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Maestro Gianni Rosaci: “Per me la danza è muovere il corpo nello spazio secondo gli impulsi che il cervello dà in un ritmo musicale”

Gianni Rosaci è Primo Ballerino del Teatro dell’Opera di Roma e docente presso la Scuola di Ballo dello stesso Teatro. Nato a Reggio Calabria l’11 gennaio 1962, segue gli studi presso l’Accademia Nazionale di Danza di Roma, diplomandosi nel 1984. Ha danzato al fianco dei nomi più prestigiosi del panorama coreutico internazionale tutti i maggiori balletti del repertorio classico. Una brillante carriera da bellerino e un bagaglio poliedrico di esperienze professionali lo hanno reso uno dei Maestri più noti e ricercati dell’arte coreutica.

Maestro Gianni Rosaci, quando nasce la Sua passione per la danza?

La cosa è nata improvvisamente quando un amico mi disse che andava a scuola di danza, ricordo che era Natale, e ci si riuniva per allenarsi.

Lei nel 1984 si diploma all’Accademia Nazionale di Danza e  ha la fortuna di studiare con grandi nomi della danza internazionale, da V. Vassiliev a M. Plissetskaja, a E. Terabust, per citarne alcuni. Tra tanti, quale maestro Le è rimasto nel cuore e perché?

Certo che è difficile dire quale, diciamo che negli anni della formazione sono stati importantissimi Lino Vacca (nella scuola privata), Giuliana Penzi, Lia Calizza e poi Zarko Prebil (in Accademia). E.Terabust invece come professionista, per l’evoluzione allo studio che avevo avuto.

Negli anni della Sua formazione, quale consiglio ricevuto Le è rimasto maggiormente impresso tanto da farne tesoro per la Sua brillante carriera da ballerino?

La cosa che mi è rimasta dentro è lavorare molto per riuscire, la passione per la danza dovrebbe portarti a questo automaticamente.

Dal 1980 ad oggi, in qualità di Solista e Primo Ballerino, con il Teatro dell’Opera di Roma, ha interpretato tutti i balletti del repertorio classico e moltissime produzioni contemporanee. Quale interpretazione sente più Sua e perché?

Diciamo che sono legato a tanti ruoli ma quello che sento più mio è il ruolo di Petrucchio nella Bisbetica domata di J. Cranko, forse perché è stato un ruolo conquistato, anche questo dimostrando che potevo essere all’altezza, e con cui sono diventato Primo Ballerino. E non posso dimenticare l’emozione che ho avuto danzando Night Creature di A. Aley.

Lei è stato partner di grandi nomi della danza internazionale, come L. Comi, M.Illman, A.Ferri, E.Terabust, A.Alonso, C.Fracci, D.Kalfouni. Quale ricorda con più affetto?

Questa è una domanda difficile, perché sono legato affettivamente a più persone. Diciamo che sono tre: L. Comi, E. Terabust, A. Ferri.

Quale celebre “pas de deux” o variazione, tra le Sue moltissime esperienze professionali, non ha più dimenticato?

Quella che ricordo più da vicino perché è l’ultima eseguita è Pas de trois del Lago dei cigni.

Lei è docente presso la Scuola di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma. Quali insegnamenti tecnici e morali dà sempre ai suoi allievi?

Credo che la concentrazione sia molto importante nella formazione, bisogna che gli allievi facciano molta attenzione alle correzioni e guidino il loro corpo mettendo in pratica velocemente ciò che imparano in modo da poter andare allo step successivo. Poi c’è un pensiero di un Grande Coreografo G. Balanchine: “Prima il sudore, poi la bellezza…”

Maestro Gianni Rosaci, per Lei la danza cos’è?

Per me la danza è muovere il corpo nello spazio secondo gli impulsi che il cervello dà in un ritmo musicale, quando sei cosciente di ciò, diventa ancora di più una cosa meravigliosa…

 Leonilde Zuccari


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