Olga Karasso, scrittrice e redattrice, è l’autrice di una biografia dedicata a Mara Terzi, una carmen italiana la cui arte flamenca varca l’oceano, arrivando perfino in Giappone. Edito dalla casa editrice Anima, Mara Terzi – Quando i sogni dell’anima si sono fatti Danza è una biografia innovativa, in quanto composta da una serie di interviste, veri e propri racconti che la scrittrice riceve direttamente da Mara Terzi o dalla madre Teodolinda.
Si racconta la vita e il percorso artistico di una ballerina classica, che studia in Polonia e si diploma al Teatro dell’Opera di Stato di Varsavia. Ma l’intensità e la forza espressiva del flamenco giocano su di lei un fascino irresistibile. La inducono così a tradire il balletto classico per quella che è sempre stata fin da bambina la sua più grande passione, il flamenco, una vocazione intramontabile, un sogno dell’anima appunto, che andava necessariamente realizzato.
Vola così in Andalusia per continuare i suoi studi e completare la sua formazione con i maestri di flamenco di maggior fama internazionale, tra i quali Antonio Canales, Javier De La Torre e Carmen Cortez. Fonda la sua compagnia, Ballet y Flamenco Mara Terzi, con la quale si esibisce nei più importanti teatri con gli spettacoli Carmen Gitana, Risvegli, Eco dell’Alma, per poi intraprendere una lunga tournée attraverso l’Italia con Concerto Flamenco.
Il vero cavallo di battaglia è rappresentato però da Carmen da lei coreografato e interpretato, e rappresentato ben 18 volte nei più grandi teatri giapponesi, incluso il maestoso Bunka Kaikan di Tokyo. D’altronde quello di Mara Terzi con la Carmen fu un vero e proprio colpo di fulmine avvenuto alla tenera età di 4 anni come lei stessa ci racconta nel libro: “Come ti ho già detto, avevo non più di quattro anni quando mia madre mi portò al Teatro Donizetti di Bergamo a vedere, ovvio per la prima volta, la Carmen di Bizet. Da quel momento l’opera che, col suo sensualissimo tragico intreccio tra passione e morte, non cessa da ben più di un secolo di ammaliare sia pubblico che critica, mi occupò letteralmente le prime fantasie infiammandomi del desiderio di diventare un giorno una grande ballerina”.
Leonilde Zuccari
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