Licenziamento per giusta causa. Questa la motivazione con cui il Teatro alla Scala di Milano annuncia la fine del rapporto di lavoro con la ballerina Maria Francesca Garritano, in arte Mary Garret. “Il Teatro si è visto costretto a risolvere il rapporto di lavoro con la signorina Maria Francesca Garritano in seguito alle interviste e dichiarazioni pubbliche da lei rilasciate ripetutamente in un ampio arco di tempo, dichiarazioni nelle quali si è concretizzata una lesione dell’immagine del Teatro e della sua Scuola di Ballo, nonché la violazione dei doveri fondamentali che legano un dipendente al suo datore di lavoro, facendo venir meno il necessario rapporto fiduciario che è alla base di tale legame”, sono queste le parole che il celebre ente lirico milanese ha affidato al comunicato stampa diffuso con cui è stato annunciato il licenziamento.
Il tutto ha avuto inizio con un’intervista rilasciata dalla Garritano al The Observer, periodico britannico a cui la danzatrice ha raccontato di un grande male che affligge alcune danzatrici, l’anoressia, portando ad esempio la propria esperienza vissuta presso il Teatro alla Scala. “Nel teatro da cui provengo una ballerina su cinque soffre di anoressia o bulimia, alcune non hanno più le mestruazioni per via delle diete punitive alle quali si sottopongono, io stessa andavo avanti con una mela ed uno yogurt al giorno, affidandomi all’adrenalina per arrivare alla fine delle prove”. Queste le dichiarazioni che hanno portato il Teatro a prendere le distanze dalla ballerina cercando di tutelare la propria immagine.
Inevitabile lo sfogo di Mary Garret che ha dichiarato: “Sono amareggiata. Mi ha toccato molto non essere volutamente capita, il mio scopo non era denunciare ma raccontare un’esperienza personale per sensibilizzare il pubblico”. Le conseguenze di questa delicata situazione hanno coinvolto anche il Comune di Milano e nello specifico l’Assessore al Benessere Chiara Bisconti che si è rivolta direttamente all’ente lirico chiedendo una presa di posizione ufficiale e la definizione di un codice etico che regoli i rapporti con le ballerine. “Vorrei delle rassicurazioni – dichiara l’Assessore – Sapere se c’è un codice etico, se formano le ballerine, se danno loro consigli pratici. E se non lo fanno sarebbe bello che lo facessero. Se anche la ballerina ha detto una cosa non vera, il problema dell’anoressia esiste. Dato che è un tema scottante, per un ente come la Scala è un dovere avere una propria posizione”.
Alessandro Di Giacomo