Per il sesto anno consecutivo Milano, capitale della cultura, si carica dell’energia, della forza, dei colori del flamenco con le eccezionali compagnie ospiti del Festival nella preziosa cornice del Piccolo Teatro Studio Expo.
Memoria e libertà sono i motivi conduttori della 6° Edizione del Milano Flamenco Festival. Due concetti che acquistano un significato speciale nel flamenco e nell’arte in generale. Memoria: il flamenco può essere considerato ambasciatore universale della memoria, veicolo di trasmissione della cultura e della tradizione alle generazioni posteriori, alla comunità spagnola e internazionale. Una forma d’arte che, nonostante la sua origine centenaria, è più viva che mai, perdura nel tempo, espandendosi e rinnovandosi, senza cadere nell’oblio come altre forme d’arte popolare. La sua memoria è anche la memoria del popolo gitano, la memoria dell’anima, dei sentimenti, dei valori atavici, la memoria dei diritti umani negati, tema di grande attualità e spesso sottovalutato.
Libertà: un concetto che acquista, in quest’epoca così devastata, un significato simbolico degno di essere celebrato. La libertà della quale molti si sono visti privati, ieri e oggi. Il sentimento di impotenza che unisce gli individui e la collettività di fronte al disastro umano a cui si assiste quotidianamente, si libra attraverso l’arte e, in questo caso, l’arte flamenca. Perché il flamenco rappresenta un grido di libertà. Un grido che racchiude la vita stessa, la rabbia, il dolore, l’allegria esorcizzatrice, la memoria di ognuno e quella di tutti. Un grido che nessuno può mettere a tacere o seppellire, un grido che, attraverso il “cante”, la musica, il “baile”, la gestualità tipica del flamenco, le sue forme espressive, proclama la sua presenza, il suo diritto a esistere, la sua forza. Un grido che il festival, attraverso i suoi artisti, vuole lanciare a viva voce affinché non vada perso, mai. Uno degli appuntamenti più importanti del Festival ha per protagonisti l’eleganza, la sobrietà, il dominio della scena di Isabel Bayón che presenta Caprichos del tiempo, in cui l’affermata artista sivigliana, nominata ambasciatrice del flamenco nel mondo, riflette sul tempo e su come questo influisce sulle nostre azioni. Bayón guarda al passato per riflettere sul futuro, coniuga temi musicali ed estetici di ieri con la sensibilità di oggi, poiché è nella memoria, nel patrimonio ereditato che bisogna cercare il futuro. Caprichos del tiempo non si aggrappa al concetto nostalgico che il passato è migliore del presente: Isabel Bayón si proietta all’orizzonte, da un punto di vista atemporale, quello dell’arte, al fine di cercare se stessa e aprire nuovi sentieri. Che dire?! Da non perdere!
ORARI & INFO
3 luglio ore 21.00
Piccolo Teatro Studio Expo
Via Rivoli, 6
Milano
www.youtube.com/watch?v=uNeIZnDNL8w
Valentina Clemente