E’ stata presentata, questa mattina, al Palazzo Reale di Napoli, la 13esima edizione del Napoli Teatro Festival, in programma dal 1 al 13 luglio. Sono 130 gli eventi, in un mese di programmazione, organizzati in luoghi all’aperto, con 10 sezioni e 28 prime di spettacoli italiani. Prima dell’inizio della conferenza stampa di presentazione nel Teatrino di Corte, un rappresentante del Coordinamento Spettacolo Campania, ha letto un comunicato dove chiede risposte alla politica regionale e nazionale, dopo l’emergenza sanitaria che ha, di fatto, bloccato tutto il comparto.
Alla conferenza stampa, come relatori, hanno partecipato il direttore artistico Ruggero Cappuccio (alla sua quarta direzione); il presidente della Fondazione Campania del Festival, Alessandro Barbano; il direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte, Sylvain Bellenger; il direttore del Polo Museale della Campania, Marta Ragozzino; il direttore generale per le politiche culturali e il turismo della regione Campania, Rosanna Romano. “Siamo riusciti a compiere in tempi strettissimi un vero miracolo mantenendo la struttura del Festival fedele rispetto a quella iniziale”, dichiara Ruggero Cappuccio, direttore artistico. Per Marta Ragozzino “con questo festival riparte la nostra attvità nei teatri e luoghi della cultura”. “A Capodimonte gli spettatori del festival avranno un accesso privilegiato” ha evidenziato Sylvain Bellenger.
Soltanto tre gli spettacoli di danza. Uno si vedrà a luglio, il 30 con replica il 31: Di Grazia, con la compagnia A short term effect del coreografo francese Alexandre Roccoli. Interpretazione, collaborazione alla direzione artistica e drammaturgia di Roberta Lidia De Stefano e composizione musicale di Benoist Bouvot. Uno spettacolo che nasce da una produzione associata e il sostegno dell’Istituto Francese d’Italia e TeatrInGestAzione.
Di Grazia racconta degli stupri di massa praticati nella regione della Ciociaria dalle forze militari francesi arrivate nel 1944 per liberare l’Italia dai nazisti. Il progetto prevede anche la proiezione di un film che prende il nome della Madonna dei Femminielli di Montevergine, Mama Schiavona che, come in una sorta di loop ipnotico dipinge varie figure della storia dei Femminielli di ieri, oggi e domani.
Gli altri due spettacoli di danza, invece, sono previsti in autunno e sono a carattere internazionale. Vedranno arrivare a Napoli il coreografo greco Dimistris Papaioannu e l’artista belga Jan Fabre.
Sara Zuccari
Direttore www.giornaledelladanza.com