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Postura e stato d’animo: come la danza influenza corpo, mente e apparato emotivo

Come già sappiamo, la danza è una delle attività più ricche di stimoli per il corpo e il cervello, in quanto produce innumerevoli effetti positivi sulla capacità di coordinazione, il tono muscolare e l’equilibrio, così come sulle prestazioni cognitive, migliorando memoria, attenzione e concentrazione. La danza influenza anche la dimensione emotiva, aumenta l’autostima, aiuta a combattere stress e ansia, e rappresenta un potente canale comunicativo attraverso cui scoprire ed esprimere i nostri sentimenti. Danzare influisce dunque positivamente sulla dimensione sociale, favorendo l’interazione e fornendo occasioni di aggregazione e condivisione.

Danzare inoltre costituisce un’importante espressione del connubio mente/corpo, consapevolezza essenziale nella società in cui viviamo concentrata prioritariamente sulla dimensione razionale e mentale, nella quale dimentichiamo l’essenza e l’autenticità della nostra esistenza che risiedono nel nostro corpo.

Il movimento, infatti, agisce direttamente sui neuroni e sul cervello. Quando si danza si liberano endorfine e ossitocine che migliorano il tono dell’umore, si stimolano gli ormoni secreti nei muscoli, la materia grigia aumenta significativamente, come la crescita neuronale e il volume della regione dell’ippocampo, struttura cerebrale collegata alla memoria. Per potersi evolvere, ogni organismo dotato di un Sistema Nervoso Centrale ha bisogno del movimento e la danza rappresenta uno strumento utile per interfacciarsi con il mondo esterno, selezionare le informazioni più rilevanti ed elaborare strategie di adattamento necessarie alla sopravvivenza.

Una ricerca condotta da Hanna Poikonen, ex danzatrice e neuro-scienziata del Cognitive Brain Reserch Unit dell’Università di Helsinki, ha confrontato le funzioni cerebrali di tre diversi gruppi di persone, ballerini, musicisti professionisti e persone senza esperienza nella danza o nella musica, ai quali sono state mostrate coreografie e fatte ascoltare canzoni, che venivano cambiate in modo repentino. Durante l’esperimento è emerso che l’attività cerebrale dei danzatori era più reattiva di quella degli altri due gruppi, in quanto il cervello dei ballerini reagisce più velocemente ai cambiamenti musicali improvvisi, ancor prima che il soggetto ne sia consapevole. Inoltre, il cervello dei ballerini mostrava una maggiore sincronizzazione sulle basse frequenze theta legate ai processi di emozione e memoria.

Una delle strutture che maggiormente beneficiano del movimento, infatti, è il cervelletto, organo che ricopre un ruolo essenziale nella coordinazione dei gesti e nella loro programmazione, e nello stabilire connessioni neuronali con altre parti del cervello, in particolare con la corteccia cerebrale e il sistema limbico, responsabili rispettivamente delle funzioni associative e del controllo delle emozioni. Lo stato emotivo si esprime dunque attraverso l’attivazione di specifici muscoli che modificano anche la postura, la quale a sua volta influenza comportamento e tono dell’umore. La postura, infatti, è un linguaggio espressivo attraverso cui comunichiamo noi stessi, quindi uno stato emotivo è in grado di influenzare la nostra postura e viceversa.

Ogni sforzo fisico e mentale che compiamo durante la nostra vita si manifesta attraverso la postura, il corpo non dimentica e reagisce con un diverso atteggiamento posturale a ogni sollecitazione, positiva o negativa che sia. Quindi le emozioni generano una serie di cambiamenti a livello corporeo esterno, nella mimica facciale, nel tono di voce e nella gestualità corporea.

Pensiamo a un atleta che vince una gara, in genere esprime la sua esultanza alzando le braccia al cielo stimolando così anche un aumento dei livelli di testosterone. Al contrario una postura di sconfitta, con la schiena curva, ‘chiude’ il corpo ed è accompagnata dalla liberazione di corticosteroidi, gli ormoni dello stress. Anche la respirazione ne risentirà diventando meno ampia, l’apporto di ossigeno all’organismo verrà limitato e il livello di energia ridotto. Assumendo questo tipo di postura, il corpo invia al cervello un segnale di depressione e tristezza, e questo pensiero alimenterà a sua volta le sensazioni negative legate a tale stato d’animo, portando a mantenere nel tempo un atteggiamento posturale scorretto.

La postura richiesta dalla danza, in particolare quella classica, ci impone al contrario di mantenere una posizione eretta e aperta, permettendo così di migliorare tra le altre cose la respirazione e dunque il livello di energia del nostro corpo, inviando un messaggio positivo al cervello e influenzando positivamente il nostro stato d’animo. In definitiva, la danza aiuta il corpo a comunicare con il cervello e nel farlo produce effetti utili a proteggere migliorare le condizioni cognitive e a rallentare il processo di invecchiamento fisico e neurale.

Concludiamo il nostro viaggio negli infiniti benefici apportati da questa meravigliosa disciplina citando il pensiero di Sant’Agostino, che ne sintetizza perfettamente l’essenza: «Lodo la danza perché libera l’uomo dalla pesantezza delle cose e lega l’individuo alla comunità. Lodo la danza che richiede tutto, favorisce la salute e la chiarezza di spirito, ed eleva l’anima».

Stefania Napoli
Fotografia: Alexander Yakovlev
www.giornaledelladanza.com

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