Il 20 agosto 1936 nasceva a Milano Carla Fracci, la ballerina che trasformò ogni palco in poesia.
Figlia di un tranviere e cresciuta tra semplicità e disciplina, divenne il volto eterno del balletto italiano, portando Giselle, Romeo e Giulietta, La Sylphide nei teatri di tutto il mondo.
Carla non danzava solo con il corpo, ma con l’anima.
Con lei, la danza non era esibizione, ma trasfigurazione emotiva: ogni gesto diventava racconto, ogni silenzio, vertigine.
È stata musa, maestra, direttrice, ambasciatrice dell’arte e dell’eleganza.
Ha danzato accanto a Nureyev e Baryshnikov, ma anche tra la gente, nelle periferie, dove l’arte serve davvero. Sempre con umiltà, sempre con rigore.
Nel giorno della sua nascita, la ricordiamo non solo per ciò che ha fatto, ma per come lo ha fatto: in punta di piedi, ma lasciando tracce profonde.
Michele Olivieri
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