Roberto Bolle compie 50 anni e, per l’occasione, si regala il ritorno su Rai1 con il suo programma “Viva la Danza”, il gran gala di ballo che lo vedrà, tra l’altro, esibirsi nelle sale vuote di Palazzo Barberini a Roma (dove è in corso la mostra dedicata al grande artista), al Teatro La Fenice a Venezia e a Verona.
Il programma andrà in onda il 29 aprile su Rai Uno, in occasione della Giornata Mondiale della Danza.
Da un po’ di anni ho iniziato una serie di iniziative non strettamente legate all’essere ballerino. Continuerò a portarle avanti a cominciare da OnDance, che è la festa della danza. Il 29 aprile in occasione della giornata mondiale della danza tornerò su Rai1 in prima serata, con Viva la danza. Se in futuro ne avrò ancora la possibilità, sarò felice di proseguire.
È senz’altro oggi il ballerino più conteso dai teatri e dai coreografi di tutto il mondo. Ha iniziato giovanissimo i suoi studi nella Scuola di ballo del Teatro alla Scala di Milano. Il primo a notarlo fu il più grande danzatore della storia, Rudolf Nureyev, che gli affidò il ruolo di Tadzio nell’Opera Morte a Venezia. Roberto aveva solo 15 anni e un futuro da stella davanti a sé. Nel 1996 venne nominato primo ballerino da Elisabetta Terabust e fu un evento storico, poiché alla Scala non era mai successo che un danzatore ricevesse tale nomina a soli 21 anni e poi in seguito étoile. Riconosciuto da tempo come il principe della danza per la sua strabiliante tecnica e per la sua bellezza scenica, Roberto Bolle ricopre spesso il ruolo del principe, che gli calza a pennello. D’altra parte il suo fisico scultoreo incarna perfettamente l’ideale di bellezza classica e i suoi grandi occhi chiari, su un volto dai lineamenti estremamente delicati, esaltano questo suo aspetto da “principe azzurro”. Oggi è l’emblema della danza italiana nel mondo.
Roberto Bolle allo specchio: come si vede?
Per un ballerino lo specchio è uno strumento di lavoro quotidiano. È un confronto costante e indispensabile, a volte conflittuale che non ha implicazioni solo estetiche, ma serve per correggere difetti e perfezionare movimenti e posizioni.
Sara Zuccari
www.giornaledelladanza.com
©️Riproduzione riservata