Samanta Togni a soli tredici anni conquista la finale al concorso di danza più antico in assoluto a livello mondiale, il Blackpool Dance Festival. Finalista al Campionato Italiano riservato alla Classe Internazionale, ha ottenuto la prima posizione in manifestazioni di grande rilievo come il National e Imperial Championship, a Londra, all’Emassey tenuto a Los Angeles, all’Estoril in Portogallo e al Roma Open, il quinto posto al’Ausrian Open e il sesto al Bratislava International Open, oltre alla finale conquistata nel corso del Raising Star del Regno Unito.Prima di raggiungere la maggiore età ha deciso di trasferirsi negli Stati Uniti dove ha formato una coppia d’eccezione con Maksim Chmercovskiy. Tornata nel nostro Paese, nel 2005, ha quindi avuto modo di farsi notare con la sua prima partecipazione a Ballando con le stelle.
Ballare è una delle tue principali passioni. Che ricordi hai dei tuoi primi passi di danza?
Ho iniziato a ballare quando ero bambina. I miei genitori insegnavano danza e, forse, posso dire che è stata una conseguenza, almeno all’inizio. Ballare è stata parte integrante della mia infanzia.
In questi ultimi anni sei esplosa alla grande come ballerina. Che puoi dirmi?
Per molti versi ci sono stati dei passi avanti, dei veri e propri progressi, non solo tecnici. Devo dire anche se mi capita spesso di guardare al passato con nostalgia, non rispetto a me come ballerina, rispetto alla danza standard in cui ho notato molti particolari che non condivido.
Viviamo un momento storico particolare e che sta colpendo anche il settore danza sportiva. Cosa puoi dirmi?
La danza sportiva in Italia non sta vivendo un momento molto roseo. Per questo motivo la guardo anche un po’ a distanza. Non amo molto le dinamiche di questa disciplina e trovo che negli ultimi anni si stiano amplificando. Tutto ciò mi dispiace molto sia perché sono partita da li sia perché credo che certi meccanismi facciano del male alla danza in generale.
Parliamo del programma che ti ha reso famosa: Ballando con le stelle. Con una sola battuta, cosa ha rappresentato e rappresenta per te?
Ballando con le stelle è sicuramente una svolta importante della mia vita e della mia carriera. Per me è un grande onore portare la danza nelle case delle famiglie di tanti italiani. Ogni anno essere richiamata e tornare a rappresentare questa bella disciplina, che precedentemente era poco conosciuta nelle nostre case, mi riempie di gioia. Oltre al fatto che mi da’ la possibilità di affacciarmi a mondi nuovi che non avrei mai conosciuto se non avessi intrapreso questo cammino di vita straordinario.
Parlami dell’ultima edizione. Sei sempre una grande protagonista del programma di Rai 1
Quest’anno sono felicissima perché, come compagno d’avventura, ho un ragazzo che ha capito perfettamente come affrontare al meglio questa sfida e mi sta dando grandissime soddisfazioni. Per un maestro è sempre gratificante vedere i miglioramenti del proprio allievo.
Come vanno, dunque, le lezioni con il tuo partner, Giulio Berruti?
Io e Giulio abbiamo un bellissimo rapporto caratterizzato da una grande stima e affetto reciproco. Dopo quasi tre mesi di tempo passato insieme, di fatiche condivise, di divertimento e di impegno, impari anche a conoscerti. Sicuramente abbiamo maturato una bella sintonia che si trasmette anche nella danza.
Come impegni il tuo tempo libero? Sempre danzando?
Ballare è un ottimo esercizio fisico che mi permette di tenermi in forma. Devo dirti, però, che seguo anche una dieta alimentare corretta. Insomma, per poter mantenere la linea, un po’di sacrifici ci vogliono eccome.
Il miglior risultato della tua vita, anche non legato al ballo
Posso dirti che nella vita il mio più grande goal è sicuramente mio figlio Edoardo che oggi ha quasi 13 anni.
Come vedi il tuo futuro: ballerina, sportiva, mamma, cosa?
Oltre all’attività che già svolgo e della quale sono fiera, ho molti sogni nel cassetto che mi piacerebbe realizzare. Staremo a vedere.
Samanta come vuoi concludere l’intervista?
Ringraziando il giornaledelladanza.com e te per l’intervista ed auspicando che si possa continuare a danzare sempre in modo sereno e con tanta voglia di fare bene.
Massimiliano Raso
www.giornaledelladanza.com