Tradizionalmente, l’approccio alla formazione nella danza è stato impostato su una prospettiva gerarchica e centrata sull’insegnante. Il maestro è sempre stato percepito come fonte primaria di conoscenza, da lui gli allievi imparano attraverso l’imitazione e il rispetto scrupoloso delle istruzioni ricevute. La padronanza fisica e tecnica viene raggiunta attraverso la ripetizione degli esercizi e delle routine, e gli obiettivi vengono spesso definiti in termini di realizzazioni fisiche ideali, ad esempio, i famosi 180 gradi dell’en dehors, soprattutto nel balletto. Non ci sono dubbi, numerosi ballerini eccellenti sono nati da questo sistema di allenamento che tuttavia contiene inconvenienti non trascurabili. La formazione centrata sul ruolo dell’insegnante, infatti, incoraggia gli studenti a equiparare l’apprendimento della tecnica unicamente all’acquisizione di abilità fisiche. In effetti, l’insegnante è un professionista e l’allievo un apprendista, ma questo modello educativo limita la danza stessa perché fa si che il danzatore si concentri soltanto sui risultati. I ballerini formati in questo modo sono generalmente motivati dal desiderio di approvazione esterna, e spesso diventano allievi passivi eccellenti nel seguire le istruzioni, ma carenti di consapevolezza e motivazione. L’arte matura richiede coscienza e conoscenza di sé, e capacità di collaborazione creativa. Porre l’enfasi unicamente sull’obbedienza, sull’imitazione e sulla sottomissione, conduce a ...
Read More »