Una pièce coreutica ambientata in un campo da tennis e pensata come scrittura coreografica in dialogo tra presente e passato. Le origini di Igra risalgono a Jeux, opera breve incentrata sul processo creativo dell’omonimo balletto di Nijinsky, creata nel 2018 dal collettivo vincitore dell’ultimo Fedora Prize – oggi tra i protagonisti riconosciuti della scena internazionale. Igra suppone questa esplorazione, di cui non c’è quasi più nessuna traccia: qui, come sempre, la potenza visiva gioca un ruolo decisivo, che pur non essendo un docu-drama danzato su quell’epoca e quelle opere, è pieno di riferimenti che appaiono in modo sottile e intermittente. Lontano dallo scopo di riprodurre o ricreare, ma con l’idea di fare convivere epoche distanti sulla stessa linea del tempo, Kor’sia prende da Nijinsky ed elabora alla luce della contemporaneità, utilizzando beat elettronici che si avvicinano ai ritmi delle danze russe e unendo balletto classico e danza contemporanea, con la capacità di identificare in un lavoro passato un potenziale non ancora esaurito. Mattia Russo e Antonio de Rosa, registi e coreografi, insieme al ricercatore e cofondatore di arti viventi Giuseppe Dagostino e ad Agnès López-Río, docente di arti performative e consulente artistico, sono i principali artefici del collettivo Kor’sia. Antonio ...
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