È un gradito ritorno quello di Francesco Mangiapane, giovane e talentuoso coreografo, al Teatro Moderno di Agliana: il prossimo 9 ottobre, infatti, torna in scena Amoria, pièce di danza contemporanea, creata proprio dal giovane talento della danza pratese in collaborazione musicale con Samantha Bertoldi e l’interpretazione di Rossana Abritta, Ylenia Ambrosino, Alessandra Berti e Francesca Montecampi Un lavoro dallo stile molto definito, dotato di un forte impatto visivo e sonoro capace di sostenere e mettere in luce il virtuosismo tecnico, interpretativo nonché l’espressività delle quattro danzatrici che la interpretano. Usando le parole dei protagonisti, “Amorìa invoca la materia della terra, elemento dal quale, attraverso vicende corporee, ipotetici amanti mossi dalla carne e dal cuore vivono la libertà e la privazione, l’amore e la morte sviluppandosi come simbolo ed intesi come simulacro della negazione. Passaggio essenziale nel corso dell’ideazione di Amorìa è stato l’incontro con i ‘Sonetos del amor obscuro’ di F. G. Lorca (1898-1936) da i quali sgorga senza fraintendimenti l’irrisolto vincolo tra Eros e Thanatos che si inserisce come punto di analisi all’interno della composizione. Una tenda, un rifugio, una penitenza, si staglia verticalmente sul palco. Un sospeso non-luogo, dietro al quale raccogliersi e condividere l’unione, la contiguità, la libertà, ...
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“Amorìa”: Francesco Mangiapane porta la sua anima creativa al Moderno di Agliana
Una pièce di danza contemporanea, creata dal giovane talento pratese Francesco Mangiapane, con la collaborazione musicale di Samantha Bertoldi e l’interpretazione di Rossana Abritta, Ylenia Ambrosino, Alessandra Berti e Francesca Montecampi sarà in scena domani, 8 maggio, al Teatro Moderno di Agliana. Un lavoro fuori dai canoni, che sicuramente si distigue nel panorama della danza. Un lavoro dallo stile molto definito, dotato di un forte impatto visivo e sonoro capace di sostenere e mettere in luce il virtuosismo tecnico, interpretativo nonché l’espressività delle quattro danzatrici che la interpretano. Usando le parole dei protagonisti, “Amorìa invoca la materia della terra, elemento dal quale, attraverso vicende corporee, ipotetici amanti mossi dalla carne e dal cuore vivono la libertà e la privazione, l’amore e la morte sviluppandosi come simbolo ed intesi come simulacro della negazione. Passaggio essenziale nel corso dell’ideazione di Amorìa è stato l’incontro con i ‘Sonetos del amor obscuro’ di F. G. Lorca (1898-1936) da i quali sgorga senza fraintendimenti l’irrisolto vincolo tra Eros e Thanatos che si inserisce come punto di analisi all’interno della composizione. Una tenda, un rifugio, una penitenza, si staglia verticalmente sul palco. Un sospeso non-luogo, dietro al quale raccogliersi e condividere l’unione, la contiguità, la libertà, nascosta ...
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