Nato ad Harlem, da padre indonesiano e madre di origine messicana con radici indiane (Apache e Seminole), Larrio Ekson inizia a ballare contro il consiglio del padre. Ottiene una borsa di studio per studiare danza grazie ad un mecenate. Nel 1970, arriva a Parigi come turista e prende lezioni da Nina Vyroubova, già étoile del balletto dell’Opéra e del “Balletto del Marchese de Cuevas”. Accompagna sul palco cantanti come Dalida o Nicole Croisille. Dal 1975 al 1980 ha fatto parte del gruppo di ricerca per il “Balletto dell’Opéra” guidato da Carolyn Carlson. Seguendo la grande coreografa danza alla Fenice di Venezia dove viene nominato étoile, poi crea le proprie coreografie. Larrio Ekson ha partecipato a numerosi film pubblicitari, tra cui uno in Giappone; ha partecipato a sfilate. Interprete dei più grandi coreografi (Robert Cohan, Louis Falco, Paul Taylor, Frederick Ashton, May O’Donnell, James Warring e Jiří Kylián), è stato in particolare il brillante interprete di “King Lear-Prospero” di Maurice Béjart nel 1994. Bartabas gli ha chiesto di interpretare il ruolo di Macbeth per lo spettacolo al Bassin de Neptune a Versailles dal titolo “Les Juments de la nuit”, liberamente ispirato al film di Akira Kurosawa. Insegnante di fama internazionale, richiesto ...
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Bartabas e Golgota a TorinoDanza 2014
Dal 17 al 20 settembre 2014, il Festival TorinoDanza ospiterà la prima nazionale dello spettacolo Golgota, prodotto da Théâtre Équestre Zingaro, ideato e diretto da Bartabas, (all’anagrafe Clement Marty) regista, coreografo e maestro di equitazione, con le coreografie di Andrés Marín e Bartabas. L’obiettivo, pienamente centrato, di Bartabas è quello di creare una forma di comunicazione tra danza ed equitazione, basandola sul movimento e sulla poesia del corpo. Con Golgota, interpretato dal coreografo e dal danzatore di flamenco Andrés Marín, assistiamo a uno spettacolo straordinario, che suggella l’incontro tra la danza equestre e i movimenti e la passione del flamenco e della danza. Golgota racconta il confronto tra un misterioso cavaliere e il suo compagno di strada Marin appunto, che assieme si avviano a riconoscere e trovare un punto di contatto tra concetti apparentemente antitetici, come umanità e animalità, ricerca del divino e creazione dell’estetica, trascendenza e immanenza, coinvolgendo totalmente il pubblico grazie ad un perfetto abbinamento di musica, colori delle scene e movimenti. Di forte impatto l’ingresso dei quattro cavalli di Bartabas, capaci di movimenti tali da evocare morte e rinascita, accanto ai quali esplode l’energia di Marín, il più talentuoso dei maestri del flamenco contemporaneo. Il risultato è ...
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