Come già sappiamo, la danza è una delle attività più ricche di stimoli per il corpo e il cervello, in quanto produce innumerevoli effetti positivi sulla capacità di coordinazione, il tono muscolare e l’equilibrio, così come sulle prestazioni cognitive, migliorando memoria, attenzione e concentrazione. La danza influenza anche la dimensione emotiva, aumenta l’autostima, aiuta a combattere stress e ansia, e rappresenta un potente canale comunicativo attraverso cui scoprire ed esprimere i nostri sentimenti. Danzare influisce dunque positivamente sulla dimensione sociale, favorendo l’interazione e fornendo occasioni di aggregazione e condivisione. Danzare inoltre costituisce un’importante espressione del connubio mente/corpo, consapevolezza essenziale nella società in cui viviamo concentrata prioritariamente sulla dimensione razionale e mentale, nella quale dimentichiamo l’essenza e l’autenticità della nostra esistenza che risiedono nel nostro corpo. Il movimento, infatti, agisce direttamente sui neuroni e sul cervello. Quando si danza si liberano endorfine e ossitocine che migliorano il tono dell’umore, si stimolano gli ormoni secreti nei muscoli, la materia grigia aumenta significativamente, come la crescita neuronale e il volume della regione dell’ippocampo, struttura cerebrale collegata alla memoria. Per potersi evolvere, ogni organismo dotato di un Sistema Nervoso Centrale ha bisogno del movimento e la danza rappresenta uno strumento utile per interfacciarsi con ...
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Come la danza cambia e migliora il cervello umano
Perché danzare fa così bene al cervello? La neuroscienza della danza è un campo di ricerca relativamente nuovo, seppur in rapida crescita. Una serie di recenti studi e ricerche dimostrano che la danza migliora la funzione cognitiva a vari livelli e che chi la pratica regolarmente ottimizza anche la memoria muscolare e la propriocezione corporea contenuta nel cervelletto. Hanna Poikonen, membro della Cognitive Brain Research Unit dell’Università di Helsinki e post-doc presso la cattedra di Scienze dell’apprendimento e dell’istruzione superiore dell’ETH di Zurigo, ha dimostrato che mentre osservano una coreografia o uno spettacolo, i danzatori evidenziano una sincronizzazione avanzata dell’onda theta, onda cerebrale connessa ai processi emotivi e mnemonici, fondamentali per le interazioni interpersonali e l’ascolto di se stessi. Nell’articolo del 2017 Il cervello di un ballerino si sviluppa in un modo unico, la ricercatrice spiega che la danza combina spontaneamente azione creativa, gesto e collaborazione. Poikonen rileva inoltre come, durante lo scambio empatico che si sviluppa tra i danzatori, il cervello di tutti si sintonizzi sulla medesima frequenza, sviluppando a una cooperazione perfetta indispensabile per creare un movimento armonico. Peter Lovatt, ex danzatore, psicologo di danza di fama mondiale, direttore del Dance Psychology Lab all’Università di Hertfordshire e docente ...
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