E’ stato spesso definito un “genio della danza” e anche “l’erede naturale di Nijinsky”, il grande danzatore russo degli inizi del XX secolo e innovatore della coreografia. Nureyev, in effetti, esaltò la figura del ballerino maschio, così come aveva fatto Nijinsky mezzo secolo prima. La sua storia ha dell’incredibile e sembra quasi uscire da un romanzo ottocentesco, da una qualche fiaba del passato. Nacque il 17 marzo del 1938 su un treno della Transiberiana; già: proprio su un treno della Transiberiana; quasi una premonizione di quella che sarebbe stata la sua vita futura, piena di viaggi in ogni parte del mondo, da un teatro all’altro, ovunque trovasse un pubblico in attesa della sua esibizione. “Quando sarò morto, mi erigerete una statua: mi si vedrà mentre mi alzo da una sedia con due valigie, pronto a partire. Quella sarà la storia della mia vita”. «Era l’odore della mia pelle che cambiava, era prepararsi prima della lezione, era fuggire da scuola e, dopo aver lavorato nei campi con mio padre perché eravamo dieci fratelli, fare quei due chilometri a piedi per raggiungere la scuola di danza. Non avrei mai fatto il ballerino, non potevo permettermi questo sogno, ma ero lì, con le mie ...
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