Una danza che ha come protagonista la poesia dell’amore, canto e gesto, il mistero. E Otello, che sente tutto con forza e diventa affascinante, anche se è troppo fragile nel difendere quello che ama, che sente, ed ha paura di essere ingannato soprattutto da se stesso, vivendo in pieno l’insicurezza occidentale, che destruttura ogni antica certezza. Killing Desdemona, in scena all’Angelo Mai grazie alla forte interpretazione dell’ensemble Balletto Civile, è tutto questo. Ma anche molto altro. Come del resto lo è Jago, un altro protagonista, conquistatore, che entra a gamba tesa sul terreno fragile, entra per distruggere per disilludere. È un one man show senza quarta parete, il suo spazio ė il proscenio (dove tra l’altro lo colloca da libretto anche Boito nella versione Verdiana), dialoga con il pubblico, è il tramite, il veicolo che cerca di far intendere, è lui che crea la possibilità della storia. Jago distrugge il mistero, prepara con lunga gettata la parabola di uccisione di Desdemona, malgrado le menzogne, rimane sempre se stesso, nascondendosi dietro la maschera della normalità e della correttezza, solo negli a parte gli spettatori vedono la sua vera natura, in un work in progress simile a quello di un artista, dove ...
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