Find the latest bookmaker offers available across all uk gambling sites www.bets.zone Read the reviews and compare sites to quickly discover the perfect account for you.
Home / Attualità / Balletto Civile in scena con “Killing Desdemona”

Balletto Civile in scena con “Killing Desdemona”

KILLING DESDEMONA - di Michela Lucenti e Maurizo Camilli di Michela Lucenti e Maurizo Camilli regia Michela Lucenti liberamente tratto da Otello ideazione Michela Lucenti e Maurizio Camilli regia e coreografia Michela Lucenti aiuto regia Enrico Casale musica originale eseguita dal vivo Jochen Arbeit (Einstürzende Neubauten) interpretato e creato da Fabio Bergalio, Maurizio Camilli, Andrea Capaldi, Ambra Chiarello, Michela Lucenti, Demian Troiano, Natalia Vallebona scene e costumi Chiara Defant realizzazione scene Alessandro Ratti disegno luci Stefano Mazzanti suono Tiziano Scali acting coach Francesco Origo Festival delle Colline Torinesi XXI edizione / 2016 c/o Fonderie Teatrali Limone, Torino foto Andrea Macchia

Una danza che ha come protagonista la poesia dell’amore, canto e gesto, il mistero. E Otello, che sente tutto con forza e diventa affascinante, anche se è troppo fragile nel difendere quello che ama, che sente, ed ha paura di essere ingannato soprattutto da se stesso, vivendo in pieno l’insicurezza occidentale, che destruttura ogni antica certezza.
Killing Desdemona, in scena all’Angelo Mai grazie alla forte interpretazione dell’ensemble Balletto Civile, è tutto questo. Ma anche molto altro. Come del resto lo è Jago, un altro protagonista, conquistatore, che entra a gamba tesa sul terreno fragile, entra per distruggere per disilludere. È un one man show senza quarta parete, il suo spazio ė il proscenio (dove tra l’altro lo colloca da libretto anche Boito nella versione Verdiana), dialoga con il pubblico, è il tramite, il veicolo che cerca di far intendere, è lui che crea la possibilità della storia.
Jago distrugge il mistero, prepara con lunga gettata la parabola di uccisione di Desdemona, malgrado le menzogne, rimane sempre se stesso, nascondendosi dietro la maschera della normalità e della correttezza, solo negli a parte gli spettatori vedono la sua vera natura, in un work in progress simile a quello di un artista, dove si trasformerà con disinvoltura in uno straordinario, intelligente improvvisatore, portando alle estreme conseguenze il suo individualismo, fino a trasformare l’etica in estetica del male.

Desdemona è il mistero, l’intangibilità del corpo di Desdemona che corrisponde alla sua purezza è l’unica risposta che il dramma può offrire di fronte all’incalzare del caos.
Tutti i personaggi maschili, anche Roderigo, lo stesso Cassio, vogliono esercitare il loro potere su Desdemona e sul suo corpo. Solo una solidarietà femminile nei gesti quotidiani, il semplice accudire come contenitore di senso al di là delle parole, questo le donne lo sanno fare.

La Venezia di questa pièce ha pochi elementi a segnare uno spazio metafisico, tutto è aperto, condiviso, non ci sono altro che corpi in relazione che non possono difendersi né nascondersi, poi ci sarà il proscenio come una ribalta da commedia dell’arte, che sarà percorso da un veneto vero e proprio che saprà parlare senza mezzi termini di quello che tiene in piedi questo nostro paese, i soldi, e lo farà solo attraverso le parole di Shakespeare.

Il ritmo non si allenterà non importa se si ride o si piange, tutto deve continuare alla luce del sole.
Per noi non è mettere in scena il dramma della gelosia, ma l’interruzione di una sensibilità altra, poetica, fisica, musicale, femminile.
Una sensibilità che è difficile spiegare, che sta all’origine del mistero e dell’atto vero e proprio del creare, che produrrà sempre azioni di distruzione da parte del mondo maschile che lotta per comprenderla, per possederla, che quando non può averla la annienta.
Un cast per lo più al maschile intorno ad una fragilissima donna, che con la forza di un usignolo, una simil Edith Piaf, è forte nel difendere sino in fondo la sua purezza di senso, solo con un canto che urla al mondo il suo diritto di esistere.
Un manifesto di libertà creativa femminile a partire dall’esistere. Una partitura musicale tutta dal vivo scritta ed eseguita dal compositore berlinese Jochen Arbeit (chitarrista e compositore degli Einstürzende Neubauten e degli Automat) maestro del noise elettronico contemporaneo, che tenderà un filo dall’inizio alla fine, per portare lo spettatore dal sogno alla rottura.

ORARI & INFO
17, 18, 19 novembre ore 20.45

Angelo Mai

Viale delle Terme di Caracalla 55

Roma

prenotazioni@angelomai.org

www.giornaledelladanza.com

Foto di Andrea Macchia

 

Check Also

Manni & Andrijashenko in “La gioia di danzare” a Lecce

Nominata Étoile del Teatro alla Scala nel 2023, Nicoletta Manni, insieme al marito e primo ...

“Beytna” di Omar Rajesh: un invito che conferma la diversità

Alle Fonderie Limone di Moncalieri, nell’ambito di Torinodanza Festival, l’11 e 12 ottobre 2024, andrà ...

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. E maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo. Puoi consultare per maggiore informazione l'apposita pagina sulla nostra Privacy Policy

Chiudi