La Stagione teatrale 2024 di Triennale Milano Teatro è un omaggio alla storia del CRT Centro di Ricerca per il Teatro nel cinquantesimo anniversario della sua fondazione: nato nel 1974 su iniziativa di Sisto Dalla Palma (docente di Storia del Teatro e dello Spettacolo all’Università Cattolica e Vicepresidente del Piccolo Teatro di Milano), in breve tempo si configurò come il primo e più importante centro italiano nel campo della sperimentazione e della ricerca teatrale. Lo spirito del CRT e la sua vocazione radicale, programmaticamente aperta e transdisciplinare, è stata ripresa a partire dal 2017 dalla direzione artistica di Umberto Angelini, che ha riportato nella sala di Viale Alemagna, oggi parte costitutiva della progettualità di Triennale Milano, i grandi protagonisti della scena globale, ridando vita a un luogo chiave della geografia e della storia culturale milanese: una prestigiosa piattaforma internazionale, ma soprattutto un centro di creazione e produzione che coinvolge nella sua attività alcune delle eccellenze della live art italiana e internazionale LEGACY. 50 anni di teatro intende rappresentare un’istantanea in movimento capace di catturare lo spirito che ha guidato la storia del Teatro in questi cinquant’anni, dando voce agli artisti associati presenti e futuri che ne rappresentano oggi la storia: ...
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Balletti nell’arte coreografica: La Bella Addormentata
“La bella addormentata”, nota anche come “La bella addormentata nel bosco” è una fiaba europea ispirata a quella di Giambattista Basile, viene ricordata soprattutto nella versione dei fratelli Grimm e in particolare in quella di Charles Perrault. Nell’arte tersicorea, il balletto è il secondo per cronologia di composizione, dei tre composti da Pëtr Il’ič Čajkovskij (per cui delineò la musica in soli quaranta giorni). Il libretto fu scritto dal principe e sovrintendente dei Teatri Imperiali di San Pietroburgo, Ivan Vsevoložskij, la coreografia venne affidata a Marius Petipa. La prima rappresentazione ebbe luogo il 15 gennaio 1890 al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo ed ebbe successo fin da subito. Marie Petipa, figlia del coreografo Marius, danzò al debutto il ruolo della Fata dei Lillà (inizialmente il ruolo era mimico; dal 1922 si trasformò sulle punte), Varvara Nikitina (la Principessa Florina), il padre della celebre prima ballerina assoluta Matil’da Feliksovna Kšesinskaja, Felix Kschessinsky (Re Florestan), Giuseppina Cecchetti (La regina), Timofei Stukolkin (Catalabutte), Pavel Gerdt (Principe Desiré). La prova generale avvenne alla presenza dello zar Alessandro III che si complimentò con l’autore. La direzione orchestrale fu di Riccardo Drigo, protagonista la milanese Carlotta Brianza (Aurora) che si formò alla Scuola di Ballo della Scala. “La bella ...
Read More »Annunciata la XVI edizione di Festival Aperto con tanta danza
Dal 17 settembre al 24 novembre 2024 torna il “Festival Aperto”: concerti, performance, coreografie, workshop, incontri, spettacoli, proposti da “Fondazione I Teatri con Reggio Parma Festival”. 33 tra spettacoli e workshop, 55 repliche, 8 tra produzioni e coproduzioni, 11 tra prime assolute e prime italiane. Il festival si svolgerà a Reggio Emilia tra Teatro Municipale Valli, Teatro Ariosto, Teatro Cavallerizza, Sala Verdi, Chiostri di San Pietro, Collezione Maramotti accogliendo musicisti, danzatori, circensi, performer, coreografi, artisti italiani e internazionali: si attiveranno nuove reti e collaborazioni, altre si rinnoveranno. Tradizionalmente attento ai sommovimenti del contemporaneo e posizionato rispetto a essi, il Festival Aperto ritiene che parole proprie, adatte a questo 2024 di guerre, non ve ne siano. Ma non tace e s’affida a quelle altissime e lungimiranti dell’Articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana, (“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”). Da parte di un festival così bello e importante secondo il metro della normalità, così piccolo e poco influente secondo il metro della tragedia contemporanea, ci si continuerà a interrogare sulla contemporaneità. Il programma 2024 del Festival Aperto percorre il mondo intero in nome dell’affratellamento dei popoli. ...
Read More »“Afanador”: Premio Godot 2024 per la migliore coreografia di danza spagnola
Il Premio Godot 2024 per la migliore coreografia di danza spagnola e flamenco è stato assegnato a Marcos Morau & La Veronal, Lorena Nogal, Shay Partush, Jon López e Miguel Angel Corbacho per Afanador. Il Ballet Nacional de España, che ha commissionato quest’opera, ha annunciato la notizia sui canali social. Sul profilo Facebook della compagnia diretta da Rubén Olmo si legge: Alla terza edizione del Premio Godot è stato assegnato il premio per la miglior coreografia di danza spagnola e flamenco a Marcos Morau & La Veronal, Lorena Nogal, Shay Partush, Jon López e Miguel Angel Corbacho per Afanador. Siamo molto entusiasti di questo riconoscimento per il lavoro svolto in questa nuova produzione del Ballet Nacional de España. Speriamo che questo spettacolo continui a piacere e ad avere il successo di pubblico e critica che stiamo riscuotendo in questo momento. Afanador ‒ ideazione, direzione artistica e coreografia di Marcos Morau ‒ è uno spettacolo ispirato alle immagini del fotografo Ruvén Afanador, apprezzato fotografo di moda colombiano, noto anche per i suoi ritratti di celebrità del cinema e della musica, che da anni mantiene uno stretto rapporto con il flamenco. Afanador unisce fotografia, flamenco e danza in un unico spettacolo. Ispirato ...
Read More »Kor’sia presenta IGRA ispirato al balletto “Jeux” di Nijinsky
Una pièce coreutica ambientata in un campo da tennis e pensata come scrittura coreografica in dialogo tra presente e passato. Le origini di Igra risalgono a Jeux, opera breve incentrata sul processo creativo dell’omonimo balletto di Nijinsky, creata nel 2018 dal collettivo vincitore dell’ultimo Fedora Prize – oggi tra i protagonisti riconosciuti della scena internazionale. Igra suppone questa esplorazione, di cui non c’è quasi più nessuna traccia: qui, come sempre, la potenza visiva gioca un ruolo decisivo, che pur non essendo un docu-drama danzato su quell’epoca e quelle opere, è pieno di riferimenti che appaiono in modo sottile e intermittente. Lontano dallo scopo di riprodurre o ricreare, ma con l’idea di fare convivere epoche distanti sulla stessa linea del tempo, Kor’sia prende da Nijinsky ed elabora alla luce della contemporaneità, utilizzando beat elettronici che si avvicinano ai ritmi delle danze russe e unendo balletto classico e danza contemporanea, con la capacità di identificare in un lavoro passato un potenziale non ancora esaurito. Mattia Russo e Antonio de Rosa, registi e coreografi, insieme al ricercatore e cofondatore di arti viventi Giuseppe Dagostino e ad Agnès López-Río, docente di arti performative e consulente artistico, sono i principali artefici del collettivo Kor’sia. Antonio ...
Read More »“Spellbound 25”: venticinque anni dell’ensemble in scena a Rieti
Spellbound 25 è il progetto produttivo che celebra il venticinquesimo anniversario di Spellbound Contemporary Ballet. Venticinque anni densi di progetti, produzioni e soprattutto tour internazionali hanno rafforzato la posizione della Compagnia sulla scena europea e non solo, aprendo nel tempo numerose collaborazioni anche con artisti di provenienza differente. Da qui, per il 25esimo compleanno, la scelta produttiva di abbracciare una progettualità su larga scala costruendo un programma a tre autori che ponga l’accento su un più ampio futuro progettuale. Tre autori diversi Mauro Astolfi, Marco Goecke e Marcos Morau, ma accomunati da una danza densa e precisa, riconoscibile e spesso straordinaria, firmano le quattro creazioni che compongono questo programma: due progetti corali, l’onirico Marte di Morau e l’immaginifico Wonder Bazaar di Astolfi costruiti sull’interno organico di nove performer, e due progetto a solo, l’acclamato Affi di Goecke affidato alla tecnica di Mario Laterza e Unknown Woman di Astolfi dedicato a una straordinaria interprete, Maria Cossu, che nell’anno del venticinquennale festeggia venti stagioni con Spellbound. INFO 23 ottobre ore 21:00 Teatro Flavio Vespasiano Rieti www.giornaledelladanza.com Foto di Sara Meliti
Read More »Spellbound Contemporary Ballet vola a Mosca, ospite del Festival Internazionale Dance
Il 5 e 6 ottobre Spellbound Contemporary Ballet sarà ospite del Festival Internazionale Dance Inversion presso il Teatro Helikon-Opera di Mosca, prestigiosa kermesse dedicata alla scena contemporanea internazionale e organizzata dal Teatro Bolshoi di Mosca. Attesi al Festival tra gli altri, oltre a Spellbound anche lo Staatstheater Mainz e il Ballet Preljocaj, in un cartellone che include importanti nomi della coreografia contemporanea come Sharon Eyal, Omar Rajeh, Eric Gaultier. La Compagnia romana, Direzione Artistica Mauro Astolfi e Direzione Generale Valentina Marini, presenta un doppio programma: il recente “Marte” a firma dell’autore spagnolo Marcos Morau e “Vivaldiana” creazione di Mauro Astolfi su musiche del celebre autore Antonio Vivaldi. “Marte” è il recente nuovo lavoro del coreografo barcellonese Marcos Morau creato per Spellbound Contemporary Ballet in occasione del venticinquennale della Compagnia. Marte rappresenta il pianeta vuoto e ostile che attende di essere colonizzato da un gruppo di giovani, in una sorta di celebrazione nell’Europa del XXI secolo, con tutta la forza della sua gioventù e del suo desiderio come forza motrice. Un luogo dove nessuno vuole essere lasciato indietro e il futuro è visto come un labirinto confuso e pieno di rassegnazioni. La produzione è realizzata con il contributo del Ministero dei ...
Read More »“Siena”: La Veronal danza la bellissima città toscana
La Veronal, una delle compagnie più in voga della scena internazionale guidata dal coreografo Marcos Morau, sceglie di intitolare il proprio spettacolo con il nome di una delle più belle città italiane per portare in scena, oltre al patrimonio storico e artistico, una concezione dell’essere umano che affonda le sue radici nel Rinascimento -un periodo storico in cui l’uomo riacquisisce consapevolezza di sé stesso- per estendere i suoi rami fino alla contemporaneità. Perché proprio l’uomo e il suo sistema di percezione e di autorappresentazione sono il fulcro dell’opera della formazione spagnola. Nella sala di un museo una donna seduta osserva un quadro, la celeberrima “Venere di Urbino” nuda e carnale sovrasta la scena. Vicino alla porta un uomo in piedi osserva la scena. Questo è il punto di partenza che ci porta fino alla città italiana di Siena per iniziare una riflessione sul corpo umano. Proprio da questo esercizio di osservazione e contemplazione e dalla sottile differenza tra i due termini si sviluppa Siena. In uno spazio dedicato allo sguardo, il corpo umano è connessione tra passato e futuro. Qui esso si impone nella sua narcisistica singolarità, pronto a riconoscersi in qualunque sua forma di rappresentazione materiale o immateriale. Un ...
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