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Tag Archives: Maya Plisetskaya

L’evoluzione fisica delle ballerine dall’Ottocento a oggi

Nel pieno del balletto romantico, la ballerina incarna un ideale di grazia ultraterrena. Figure come Marie Taglioni e Fanny Elssler rappresentano due poli estetici: la prima spirituale e impalpabile, la seconda sensuale e concreta.
 Il corpo deve apparire leggero, quasi incorporeo: linee sottili, spalle strette, volto diafano. L’introduzione delle punte e dei tutù vaporosi accentua l’illusione dell’assenza di peso. Tuttavia, dietro la grazia, si celano allenamenti estenuanti e una scarsa conoscenza anatomica: il corpo è più strumento estetico che organismo da preservare. Con la danza moderna, il corpo si emancipa dai canoni accademici. Isadora Duncan e Loïe Fuller lo riportano ad una dimensione naturale, libera, terrestre. Parallelamente, la tradizione classica — potenziata da Marius Petipa e dai Ballets Russes — eleva la tecnica e richiede maggiore potenza muscolare. La ballerina diventa così più forte e consapevole del proprio corpo, pur restando vincolata ad un’estetica di eleganza e controllo. Nel dopoguerra, la ballerina si trasforma in un’atleta dell’arte. Interpreti come Margot Fonteyn, Maya Plisetskaya, Liliana Cosi, Luciana Savignano e Carla Fracci incarnano una fisicità più scolpita e resistente come avvenuto più tardi con Alessandra Ferri, Oriella Dorella ed Elisabetta Terabust. L’allenamento assume una base scientifica: si studiano anatomia, alimentazione e prevenzione ...

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Il Balletto di Natale con la coppia Salenko/Tamazlacaru

Lo Schiaccianoci è il titolo di balletto più rappresentato al mondo durante il periodo natalizio, un capolavoro intramontabile che continua a incantare generazioni di spettatori. Questa versione firmata da Luciano Cannito e prodotta da Fabrizio di Fiore Entertainment per Roma City Ballet Company, ispirata all’originale coreografia di Petipa, si è affermata negli ultimi anni come una delle edizioni di maggior successo in Italia, con un lungo elenco di teatri sold out in tutta la penisola. Creata per il Teatro Massimo di Palermo e successivamente ripresa con grande successo dal Teatro San Carlo di Napoli, questa sontuosa produzione porta in scena 32 straordinari interpreti, valorizzati da un apparato scenico e visivo di altissimo livello: le scene portano la firma di Italo Grassi, i magnifici costumi sono realizzati da Giusi Giustino, mentre il disegno luci è affidato ad Alessandro Caso. A rendere ancora più prestigioso l’allestimento è la partecipazione di guest etoiles internazionali, che si alternano nei ruoli principali accanto ai danzatori della Roma City Ballet Company, compagnia di riferimento nel panorama nazionale: Iana Salenko – Principal dello StaatsBallett Berlin e Dinu Tamazlacaru – Principal dello StaatsBallett Berlin. Sul palco anche Manuel Paruccini, presenza carismatica della scena italiana. Note di Regia: In ...

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Anniversario della nascita di Maya Plisetskaya: un’eredità immortale

Il 20 novembre ricorre l’anniversario della nascita di Maya Plisetskaya, una delle figure più luminose e rivoluzionarie della danza del Novecento. Nata nel 1925, in un’epoca segnata da profonde tensioni politiche, Plisetskaya seppe trasformare il palcoscenico nel luogo in cui libertà, grazia e forza potevano convivere in equilibrio perfetto. Celebrata come prima ballerina assoluta del Teatro Bol’šoj, la sua arte non si limitò alla tecnica impeccabile: fu un’espressione radicale di personalità e coraggio. Le sue interpretazioni di “Il Lago dei Cigni”, “Carmen Suite” e “La Morte del Cigno” sono rimaste scolpite nella memoria collettiva per la capacità di ridefinire, di volta in volta, il linguaggio del balletto classico. Con il suo stile inconfondibile, caratterizzato da linee ardite e da una musicalità fuori dal comune, Plisetskaya dimostrò che la danza poteva essere insieme disciplina e dichiarazione d’identità. A distanza di decenni, la sua eredità continua a ispirare ballerini, coreografi e appassionati di tutto il mondo. Ricordare la sua nascita significa celebrare una donna che ha trasformato la fragilità del corpo umano in un gesto di pura eternità, lasciando in dono un’idea di danza che ancora oggi invita a guardare oltre i limiti, verso un volo sempre possibile. Michele Olivieri www.giornaledelladanza.com ©️ ...

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La coreografa e danzatrice Julie Anne Stanzak “allo specchio”

Balletto classico preferito? Serenade di George Balanchine e Scheherazade di Michel Fokine. Balletto contemporaneo preferito? Adagio Hammeklavier di Hans Van Manen. L’artista di teatro che preferisci? Peter Brook. Un romanzo da trasformare in un balletto? La città e le sue mura incerte di Murakami. Un film da cui ricavare uno spettacolo di balletto? A qualcuno piace caldo con Marilyn Monroe. Il costume di scena che hai indossato e che hai preferito? Quello per Vollmond di Pina Bausch. Quale colore associ alla danza? Bianco e nero. Che odore ha la danza? Sudore. La musica più bella scritta per il balletto? È impossibile sceglierne una!! Serenade di Čajkovskij, La valse di Ravel, Sacre du Printemps di Stravinsky. Il film di danza imperdibile? Dora Hoyer: Afectos Humanos. Due miti della danza del passato, maschile e femminile? Apollo e Ifigenia, Nijinsky, Maya Plisetskaya. Il tuo “passo di danza” preferito? Arabesque penchée. Chi ti sarebbe piaciuto essere nella vita reale tra i personaggi del grande repertorio del balletto classico? Raymonda. Chi è stato il genio per eccellenza nell’arte coreografica? Pina Bausch. Ripensandoci, se incontrassi Tersicore, cosa le diresti? Cambia il mondo! Tre parole per descrivere la disciplina della danza? Rigore, Desiderio, Serenità. Come ti vedi ...

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Il Maestro Piotr Nardelli “allo specchio”

Il balletto classico preferito? Il lago dei cigni. Il balletto contemporaneo prediletto? Sacre du printemps di Pina Bausch. Il Teatro del cuore? Teatr Wielki Varsovie. Un romanzo da trasformare in balletto? Orient Express di Agata Christie. Mentre un film da cui ricavare uno spettacolo di balletto? Sempre “Orient Express”. Il costume di scena indossato che hai preferito? Basilio nel “Don Chisciotte” a Varsavia. Quale colore associ alla danza? Bleu. Che profumo ha la danza? È un profumo unico! La musica più bella scritta per balletto? Lo Schiaccianoci pas des deux di Tchaikowski. Il film di danza irrinunciabile? Tournant de la vie. Due miti della danza del passato, uomo e donna? Rudolf Nureyev, Maya Plisetskaya. Il tuo “passo di danza” preferito? Pirouettes en dedans en attitude. Chi ti sarebbe piaciuto essere nella vita tra i ruoli del grande repertorio di balletto classico? Tebaldo (Romeo e Giulietta). Chi è stato il genio per eccellenza nell’arte coreografica? Balanchine, Béjart, Cranko. Tornando indietro, se incontrassi Tersicore, cosa le diresti? Aiuta i giovani ballerini a non dimenticare che la danza è un’arte. Tre parole per descrivere la disciplina della danza? Respirazione, opposizione nel corpo e cerchi nello spazio. Come ti vedi oggi allo specchio? Gli ...

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Anna Karenina (balletto): storia, personaggi, curiosità e trama

La leggendaria ballerina Maya Plisetskaya è stata la prima a tradurre Anna Karenina nella lingua del balletto nel 1971 e suo marito Rodion Shchedrin ha composto la musica. La grande produzione in tre atti di Maya Plisetskaya nell’appassionato ritratto della sfortunata protagonista offre una donna lacerata e infine distrutta da una relazione impossibile dimostrando quanto la danza e il teatro siano intrecciati. Esiste una performance registrata dal vivo sul palcoscenico del Bolshoi con la regia di Margarita Michajlovna Pilichina e un cast di prim’ordine con i costumi originali disegnati da Pierre Cardin, in cui la divina Maya cattura la forza drammatica della tragica storia di Tolstoj. Questa produzione si è vista anche al Teatro alla Scala nel 1973 durante la tournée milanese del Teatro Bolscioj dell’allora U.R.S.S. con protagonisti Maya Plisetskaya (Anna), Aleksandr Godunov (Vronskij), Nikolaj Fadeecev (Karenin), Nina Sorokina (Kiti), Iurij Vladimirov (capostazione), Alla Boguslavskaja (Betsi) e molti altri nomi del balletto russo. Questa è stata seguita da coreografie classiche e moderne a cura di Boris Eifman, Jochen Ulrich, Alexei Ratmansky, André Prokovsky, Yuri Possokhov, Teet Kask, John Neumeier per citarne alcune tra le più significative. Da menzionare la recente versione di Christian Spuck ricca di temi su moralità, ...

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Laurencia (balletto): storia, personaggi, curiosità e trama

Laurencia, balletto originariamente coreografato da Vakhtang Chabukiani, debuttò nel 1939 al Teatro Kirov di Leningrado. La storia di una rivoluzione contadina era un soggetto ideale per il balletto sovietico di quell’epoca. La coreografia era un’innovativa miscela di danza classica e popolare, caratterizzata dalla danza maschile virile ed eroica incarnata da Chabukiani. Alla première, i ruoli principali furono interpretati dalla prima ballerina Natalia Dudinskaya (Laurencia), Vakhtang Chabukiani (Frondoso), Elena Chikvaidze (Jacinta) e Tatiana Vecheslova (Pascuala). Nel 1956, il balletto andò in scena al Teatro Bolshoi, con Chabukiani in coppia con Maya Plisetskaya. Da rammentare inoltre Vladimir Vassiliev interprete maschile di questo titolo capace di assoluta espressività drammatica oltre alle ben note ed eccelse doti tecniche. Laurencia riscosse grande successo ovunque fu portato in scena, soprattutto nell’ex Unione Sovietica. Il pedagogo di balletto russo Michael Messerer rimontò Laurencia per il “Balletto Mikhailovsky” di San Pietroburgo nel 2010. La sua versione non si basava sulla produzione di Chabukiani al Kirov, la cui ultima messa in scena risaliva al 1972 (sebbene una versione venne mantenuta nella capitale georgiana Tbilisi dove apparve per la prima volta nel 1948 all’Opera con il Balletto di Stato e la prima ballerina Vera Tsignadze), ma sull’allestimento successivo del Bolshoi. ...

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Auguri di buon compleanno a Vladimir Vasiliev, leggenda della danza

    Il Maestro Vladimir Vasiliev compie 85 anni (Mosca, 18 aprile 1940) sublime danzatore, simbolo dell’era del balletto sovietico, titolare dei più alti riconoscimenti, per trent’anni étoile del Bolshoi, virtuoso esecutore con un immenso repertorio e un raro talento artistico, chiamato a buon ragione il Dio della Danza, ha contribuito in maniera fondamentale allo sviluppo della danza classica accademica maschile del XX secolo, incarnando il nuovo e forte uomo del balletto. Incarna la fama e la storia della danza e del balletto in tutto il mondo Vasiliev nel 1947, all’età di sette anni, si unì al gruppo di balletto amatoriale del gruppo pionieristico di Kirov, dove rimase due anni. La sua prima insegnante fu Elena Romanovna Rosse. Entrò alla Scuola di Balletto di Mosca nel 1947 e si diplomò nel 1958, quando entrò a far parte del Balletto del Bolshoi. Tra i suoi insegnanti alla Scuola di Balletto di Mosca c’era Aleksej Ermolaev. Vasiliev divenne primo ballerino nel 1959, durante il suo secondo anno con il Balletto Bolshoi ed in breve tempo raggiunse la celebrità internazionale. Dotato di uno straordinario virtuosismo e grande tecnica, ha operato a lungo anche come coreografo prima di dirigere il Teatro Bolshoi di Mosca. ...

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Il cavallino gobbo (balletto): storia, personaggi, curiosità e trama

Il cavallino gobbo o La fanciulla dello zar (conosciuto anche come The Little Humpbacked Horse oppure Le Petit cheval bossu, ou La Tsar-Demoiselle) è un balletto in quattro atti e otto scene più apoteosi con libretto e coreografia di Arthur Saint-Léon, musica di Cesare Pugni, basato sull’omonima favola in versi di Pyotr Yershov. Il coreografo si ispirò alla lontana dal racconto originale e nel balletto si vede Ivan il Matto, con l’aiuto di un cavallo magico, sconfiggere un malvagio Khan e vincere la mano della Zar-Fanciulla. Alla fine Ivan spodesta lo Zar e diventa lui stesso Zar. Il balletto venne presentato in debutto al Balletto Imperiale il 15 dicembre 1864 all’Imperial Bolshoi Kamenny Theatre di San Pietroburgo con interpreti Marfa Muravyova nel ruolo della Zar Maiden, e Nilolay Troitsky nel ruolo di Ivanushka. Il balletto divenne assai popolare ed ottenne grande successo per lo sviluppo dell’arte coreutica in Russia, con la bellezza di ventidue danze popolari russe, tra cui alcune inventate per l’occasione. La compagnia imperiale potenziò grazie a questa produzione uno stile differente, miscelando la coreografia classica europea alla vera danza popolare russa.  La trama vede nel Primo atto (Scena 1): C’era una volta un contadino che aveva tre figli: ...

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“Una noche con la superstar Sergio Bernal” [RECENSIONE]

  Lo spettacolo, che presso lo splendido Teatro Municipale di Piacenza diretto da Cristina Ferrari è diventato Un pomeriggio con Sergio Bernal sotto l’attenta direzione artistica di Ricardo Cue (figura storica che ha lavorato con George Balanchine, Anthony Tudor, Martha Graham, Alvin Ailey, Maya Plisetskaya, Sylvie Guillem, Peter Schauffuss, Fernando Bujones, Irek Mukhamedov, Patrick Dupond, Carlos Acosta, Alina Somova, Natalia Osipova, Vladimir Shklyarov, Evgenia Obraztsova, Ivan Vasiliev, Alena Kovaleva, Angel Corella, Tamara Rojo, tra gli altri) in esclusiva italiana per Daniele Cipriani Entertainment ha posto in luce la netta propensione del carismatico Bernal nel catturare e incarnare la commistione tra la tradizione spagnola, l’accademismo classico, la passione del flamenco e il glamour… aspetti affascinanti quanto la musica stessa e il canto. La produzione è ricca di contrasti – luce e oscurità, movimento ed equilibrio – tanto da renderla un’opera ben calibrata nella struttura e mai didascalica. Ad apertura troviamo l’assolo Farruca del molinero, una coreografia di Antonio Ruiz Soler su musica di Manuel De Falla, dove la sensualità, il mistero, e la figura di Bernal vengono caratterizzati da una successione di curve e di ondulazioni come fossero il corso di un fiume che raggiunge in piena la massima intensità dell’emozione e ...

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