Il 28 marzo 2023, al Teatro Grande di Brescia sarà in scena Monumentum-The second sleep, concept, coreografia ed elaborazione sonora dal vivo Cristina Kristal Rizzo, interprete Megumi Eda, musiche Gesualdo da Venosa e Lamin Fofana. Una produzione 2022/2023 TIR Danza, co-produzione Torino Danza Festival, con il sostegno di Home Centro Creazione Coreografica/Perugia 2023. Cristina Rizzo è attiva sulla scena della danza contemporanea italiana a partire dai primi anni Novanta ed è tra i fondatori dello storico collettivo Kinkaleri. Dal 2008 la dancemaker ha intrapreso un percorso di produzione coreografica autonoma e si è affermata come una delle principali personalità della coreografia contemporanea italiana. Con Monumentum, progetto vincitore del Bando Abitante sostenuto dal Centro Nazionale di Produzione della Danza Virgilio Sieni e dalla Fondazione CR Firenze, la coreografa collabora con Megumi Eda, straordinaria danzatrice giapponese, che ha danzato con Matsuyama Ballet, Hamburg Ballet, Balletto Nazionale Olandese, Rambert Dance Company and Armitage Gone! Dance, nota compagnia diretta dalla coreografa statunitense Karole Armitage. Monumentum prende spunto da Sogni, film semi-autobiografico del regista giapponese Akira Kurosawa basato sul basato sul realismo magico, uno stile artistico che dipinge una visione realistica del mondo aggiungendo elementi magici, confondendo i confini tra fantasia e realtà. Lo spettacolo si ...
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“MONUMENTUM the second sleep”: restituire identità al linguaggio del corpo contemporaneo
La programmazione di Torinodanza Festival 2022 prosegue con MONUMENTUM the second sleep, il nuovo lavoro di Cristina Kristal Rizzo, che debutterà in prima nazionale alle Fonderie Limone di Moncalieri sabato 1 ottobre 2022. In scena la danzatrice giapponese Megumi Eda, interprete iconica di Karole Armitage. L’idea centrale di questo progetto di Cristina Kristal Rizzo è quella di restituire identità al linguaggio del corpo contemporaneo: una riscoperta e rivalutazione delle sue capacità di resistenza, una celebrazione dei suoi poteri individuali e collettivi. In questa riappropriazione l’intensità della danza è elemento centrale. C’è sempre una drammaturgia nella danza, che abilita i processi che ci permettono di relazionarci con il mondo, di connetterci, di trasformarci e accedere al puro flusso della durata. A dispetto della solidificazione quantitativa ed estensiva è possibile comprendere che la materia non è stupida, né cieca, né meccanica, ma che ha un ritmo, un linguaggio, un movimento interno e una propria organizzazione, un feeling. C’è sempre una certa delicatezza nell’affrontare la solitudine di un corpo, nella danza risiede una politica immanente: tracciare invece di discutere, tracciare invece di volere, tracciare invece di cercare di capire, lasciare che l’essere trovi un modo per essere, un’altra possibilità di presenza. Attraversato da ...
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