Insieme al Festival di danza, Brescia si dedica ancora all’ arte tersicorea, sia in forma di conferenza che di spettacolo. Sabato 29 marzo, infatti, si chiude il ciclo di incontri sulla danza organizzati da Container12, dal titolo Le storie della danza contemporanea. Nati da un progetto di Carolina Italiano, responsabile B.A.S.E. al Maxxi, museo di arte contemporanea che è anche co-produttore insieme al Cro.me (Cronaca e memoria dello Spettacolo), e curato da Anna Lea Antolini e Giulia Pedace, questi incontri hanno avuto come oggetto Merce Cunningham, la Post Modern Dance, Pina Bausch e Kazuo Ono. Il 23 marzo sarà Ada d’Adamo, autrice di volumi su teatro e danza del Novecento, a parlarci di quella che viene definita Nouvelle danse francese, un’etichetta che comprende diverse realtà coreografiche, nate sotto la medesima spinta di differenziazione sia dalle regole accademiche dell’Opéra sia dalla danza moderna americana, e poi istituzionalizzate dallo stesso governo francese nel 1981 con la creazione di numerosi centri coreografici; sulla spinta di questo movimento coreografico nascono poi anche i festival Montpellier Danse nel 1981 e la Biennale di Lione, pochi anni dopo. Politica e arte coreografica si incontrano nel comune obiettivo di decentramento del potere, attraverso uno scambio tra comunità-compagnie ...
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Maguy Marin ospite del Torinodanza Festival chiuderà con May B il focus dedicato agli anni Ottanta
“Fini. C’est fini. Ça va finir. Ça va peut-être finir”: sono le uniche parole pronunciate dai protagnisti di May B. Un prologo che è anche un epilogo. Un limite e una misura entro cui la condizione umana si trova irrimediabilmete reclusa come una lieve luce nell’oscurità. La pièce è immersa in una penombra che si dissiperà molto lentamente. Nel limite fra buio e luce i danzatori appariranno e spariranno calpestando, impolverati loro stessi come i ricordi, le début de la fin. May B nasce nel 1981 dal desiderio di creare un’opera dedicata a Beckett. Il grande autore di Aspettando Godot è rivisitato da una delle figure più emblematiche della Nouvelle Danse Française. In contrapposizione alla tendenza all’astrazione dello stile postmoderno dell’americana Trisha Brown, il linguaggio di Maguy Marin si presta all’intento letterario riuscendo, attraverso la sua forte teatralità e il ritmo implacabile della precisione gestuale, a parlarci dell’assurdità della condizione umana. In abito da notte, i dieci personaggi beckettiani si aggireranno solitari e all’unisono, il 9 ottobre in uno dei teatri più importanti e belli di Torino, il Teatro Carignano, nell’ultimo appuntamento del focus Scene dagli anni Ottanta del Torinodanza Festival. INFO Tel. (+39) 011 5176246 info@torinodanzafestival.it www.torinodanzafestival.it Maura Dessì ...
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