Prende il via il 6 luglio prossimo il Festival di Avignone, classico appuntamento per il teatro, e ovviamente per la danza. Quest’anno in programma due nomi molto noti, e molti nomi del vicino oriente, cui il festival dedica un focus, in un’edizione che riflette sui temi della rivoluzione e sul ruolo del teatro davanti a una politica inesistente o aggressiva: “Non possiamo fare la rivoluzione da soli” scrive nel programma Olivier Py “le rivoluzioni sono sempre fatte da forze collettive spinte dal vento della storia. Ma cosa fare quando quel vento tace? Quando la rivoluzione è impossibile ci resta il teatro”, e conclude: “sì, noi insistiamo, se chi ha il potere non crede nella cultura, allora non crede più nella sovranità del popolo”. La danza si apre quindi con una performance che si rivolge alle nuove generazioni, Straight to the Heart di Thierry Thieu Niang, che vede protagonisti performer dagli otto ai diciotto anni e che mette in scena storie di crescita e perdita con uno stile fragile, studiato per sottolineare la fragilità dell’infanzia. Trajal Harrel invece porta in scena con Caen Amour un immaginario show in cui stranezze della moda, dei rituali magici e delle performance contemporanee si fondono ...
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