La parola ‘limite’ richiama immediatamente l’idea di un punto di arrivo oltre il quale è impossibile andare. Nessun danzatore conosce con assoluta certezza il proprio limite nella danza come in ogni altro aspetto della sua esistenza, motivo per cui tende a spingersi sempre un pochino oltre, alla continua e strenua ricerca di tale limite. Nei ballerini è quasi una necessità, ma in generale, rinunciare alla ricerca significherebbe perdere quella curiosità che da milioni di anni ci spinge a migliorare e a progredire come specie. Nella danza, oltre a una buona preparazione fisica è dunque indispensabile un’attitudine mentale, il cosiddetto pensiero positivo. Quando accade qualcosa di spiacevole a lezione o sul palco, quando si sbaglia un passo o si incorre in un infortunio, non bisogna mai lasciarsi abbattere. Al contrario, bisogna far tesoro di quell’esperienza per il futuro, controllare la paura e trasformare l’errore in una potenzialità di miglioramento. Un danzatore ottimista sviluppa una corretta valutazione delle proprie abilità e potenzialità, che a sua volta influenzano positivamente l’autostima, elemento assolutamente motivante. Dunque, la motivazione è la discriminante che permette di conoscere, testare e superare i propri limiti, ma da dove origina? Il danzatore lo sperimenta e impara da subito: la motivazione ...
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