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Danza, limiti e motivazione: la resilienza del danzatore

La parola ‘limite’ richiama immediatamente l’idea di un punto di arrivo oltre il quale è impossibile andare. Nessun danzatore conosce con assoluta certezza il proprio limite nella danza come in ogni altro aspetto della sua esistenza, motivo per cui tende a spingersi sempre un pochino oltre, alla continua e strenua ricerca di tale limite. Nei ballerini è quasi una necessità, ma in generale, rinunciare alla ricerca significherebbe perdere quella curiosità che da milioni di anni ci spinge a migliorare e a progredire come specie.

Nella danza, oltre a una buona preparazione fisica è dunque indispensabile un’attitudine mentale, il cosiddetto pensiero positivo. Quando accade qualcosa di spiacevole a lezione o sul palco, quando si sbaglia un passo o si incorre in un infortunio, non bisogna mai lasciarsi abbattere. Al contrario, bisogna far tesoro di quell’esperienza per il futuro, controllare la paura e trasformare l’errore in una potenzialità di miglioramento.

Un danzatore ottimista sviluppa una corretta valutazione delle proprie abilità e potenzialità, che a sua volta influenzano positivamente l’autostima, elemento assolutamente motivante. Dunque, la motivazione è la discriminante che permette di conoscere, testare e superare i propri limiti, ma da dove origina? Il danzatore lo sperimenta e impara da subito: la motivazione è un fattore squisitamente psicologico e intrinseco, indipendente da elementi esterni quali riconoscimenti, lodi o vittorie a concorsi.

Non arrendersi mai, mantenere fiducia nelle proprie capacità e in se stessi, rischiare qualcosa che razionalmente si eviterebbe, contribuisce alla formazione di un’altra componente essenziale per il successo, la resilienza, ossia la capacità di reagire e andare avanti nonostante gli ostacoli e le difficoltà. Questo atteggiamento consente di mantenere alto il livello di motivazione e di imparare a misurare la propria preparazione non osservando o paragonandosi agli altri, bensì rimanendo concentrati sull’ascolto del proprio corpo e del proprio vissuto emotivo.

Credere fortemente che la riuscita nel raggiungere gli obiettivi dipenda da se stessi e non da elementi esterni, quindi, fornisce una grande spinta al percorso di crescita umano e artistico del danzatore. Restare tenaci, amare ciò che si fa, non mollare alle prime difficoltà e rialzarsi dopo ogni caduta, aiutano il ballerino a essere chiaro negli obiettivi e a mantenere viva la propria personalità umana e artistica. E questo, in fondo, è la vera essenza della danza.

Stefania Napoli
www.giornaledelladanza.com

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