L’incontenibile estro creativo di Micha van Hoecke genera un nuovo lavoro che, dopo Le Baccanti, porta ancora una volta il coreografo a confrontarsi con le origini del teatro. E ancora una volta sono la tragicità e l’attualità di quel mondo lontano a fare da protagoniste nella creazione di van Hoecke. Partendo dalla rappresentazione euripidea, e passando per quella successiva di Seneca, il filo rosso che lega Le Troiane alle fonti originarie è il motivo dell’inutilità della guerra, del lutto e del dolore che essa provoca. Ciò a qui sono sottoposte dal vincitore le donne troiane dopo la sconfitta dei loro uomini sposta l’attenzione dall’eroismo dei vittoriosi alla dignità dei vinti; sono le storie di Cassandra, Andromaca, Elena, e soprattutto Ecuba, moglie di Ettore, la cui sorte è ancora peggiore alla schiavitù, quella a cui sono destinate le altre: la guerra le costerà la vita del figlio Astianatte, figlio dell’eroe Ettore, che viene precipitato dalle mura di Troia per evitare che possa vendicare il padre e continuarne la stirpe. Danza e parola, gesto e musica sono i diversi linguaggi che il coreografo usa in un intreccio simbiotico per rileggere una storia sempre attuale come sono quelle raccontate dalle tragedie antiche; Micha ...
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Il coreografo inglese Matthew Bourne ci racconta la sua Cenerentola
L’aspetto più sorprendente di questa nuova narrazione della storia di Cenerentola è l’ambientazione. Perchè hai scelto di portare la fiaba più famosa del mondo nella Londra bombardata del 1940? Mi sono innamorato della musica di Prokof’ev vedendo la versione di Frederick Ashton per il Royal Ballet. Pur se scritto come una favola, alla maniera dei grandi balletti di Čajkovskij come “La bella addormentata”, porta il segno inconfondibile della personalità musicale tutta novecentesca di Prokof’ev. Vero, ha dei Gran Valzer, delle variazioni fiabesche, delle mazurche e delle danze “nazionali”, alla maniera di Čajkovskij, ma, sotto la magia della fiaba, batte un cuore più oscuro, capace di vere emozioni e drammatici desideri. Sono questi gli aspetti della musica di Prokof’ev che continuano a tornarti in mente, e che in qualche modo si insinuano in te ad ogni ascolto. La Cenerentola di Prokof’ev debuttò al Bolscioi nel 1946, e la famosa versione di Ashton seguì nel 1948, ma io fui incuriosito di sapere che Prokof’ev ne aveva composto la partitura durante la Seconda Guerra Mondiale. Questo mi diede da pensare. Poteva forse lo spirito di quegli anni bui esser rimasto in qualche modo intrappolato nella musica? Io sentivo di sì, e più scavavo ...
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