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Tag Archives: Stoffa per la danza

“Stoffa per la danza” – Painting Emotion

Fin dai tempi più antichi la pittura è stata protagonista nella vita dell’uomo, un mezzo di comunicazione visivo che ha dato la possibilità di esprimere esperienze reali, ma soprattutto espressioni e sensazioni dell’immaginario in maniera diretta, diversamente difficilmente esprimibili attraverso il linguaggio. Sviluppandosi trasversalmente tra culture e continenti, la storia della pittura è un fiume continuo di emozioni e creazioni in termini di linguaggio ed  espressione  del  corpo. I corpi diventavano tela: essi venivano infatti dipinti e abbelliti  per la rappresentazione di danze tribali di varia natura, siano esse state religiose, cerimoniali, intimidatorie, sessuali… Con il passare degli anni e l’introduzione degli abiti come costume, le tecniche di pitturazione dal corpo passano anche ai tessuti: ecco che sui capi d’abbigliamento vengono riportate  greche,  gigli e striature, che servono a impreziosire e a dare risalto ai capi senza dover necessariamente utilizzare tessuti importanti. Questo escamotage era ovviamente usato soprattutto per i costumi di scena:  tessuti  pregiati e costosi come damascati e broccati venivano sostituiti in  tessuti più economici dipinti con ramage  di fiori e greche. Questi venivano riprodotti con delle maschere normografiche naturali come foglie, fiori o pezzi di legno  incisi impregnati di colore, che venivano pressati sul tessuto e successivamente ...

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“Stoffa per la Danza” – Il tutù

La danza classica trova nel 1800 la sua massima espressione con balletti che ne fanno la storia e che, da un punto di vista accademico, ne segnano il futuro. È a questo periodo evolutivo che si deve l’origine del costume femminile per eccellenza della danza classica: il tutù.  Inventato da Eugène Lami, illustre pittore e litografo francese. Indossato, invece, per la prima volta, da Maria Taglioni il 12 marzo 1832 all’Opéra di Parigi per la rappresentazione de La Sylphide. André Levinson così commenta questa invenzione: “A suo tempo, il coreografo Gardel aveva introdotto la riforma di David: le ballerine sfoggiavano tuniche alla greca i cui drappeggi evidenziavano le linee del corpo. Lami crea invece i suoi drappeggi di mussolina che rigonfiano la gonna in infinite pieghe bianche. A forma di campana o meglio di corolla rovesciata, questo costume permette alla ballerina, ambi movimenti, favorisce salti ed agilità. Allo stesso tempo, questa nuvola di candida garza emana poesia virginale…. Mano a mano, unito alle punte, che evidenziano il movimento delle gambe, il tutù continua a semplificarsi. Oggi possiamo classificare i tutù in tre tipi: il tutù piatto cioè quello a ruota, il tutù romantico, cioè quello lungo fino alla caviglia od ai ...

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“Stoffa per la danza” – La Maschera

La maschera trova le sue origini nell’antichità come strumento propiziatorio per la caccia o legato a pratiche divinatorie, riti guerrieri e rituali funebri. Costruita di materiali come sughero e paglia, legno, tela stuccata  etc…colorata in maniera naturale che va a coprire solo gli occhi oppure l’intero volto di chi la indossa. Nell’antica Grecia diventa uno strumento per poter comunicare col defunto. Al mondo greco romano si deve l’uso teatrale della maschera che mano a mano caratterizza un personaggio e ne amplifica la voce.  La Commedia dell’Arte fa uso della maschera che si estende diventando costume che copre tutto il corpo (Arlecchino, Balanzone, Pulcinella…). La maschera copre il volto di Romeo che riesce così a ballare con la sua Giulietta, la maschera “the mask” dei fumetti della Dark Horse che indossata rendeva invulnerabili oppure la maschera sul volto di Don Diego de la Vega che in nome della povera gente lottava contro la tirrannia, col nome di Zorro. Il cubismo, le maschere del Congo di Picasso…  Oscar Wilde utilizza proprio questo simbolo per esprimere il suo pensiero: “ogni uomo mente dategli una maschera e sarà sincero…” alla maschera di Pirandello per indicare il “male del vivere”, ogni persona indossa una maschera per interagire ...

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“Stoffa per la Danza” – Cento Anni di “Sacre”

Il balletto “Le Sacre du Printemps” di Igor F. Stravinskij compirà un secolo di vita il prossimo mese: il  suo debutto risale al 29 Maggio 1913 a Parigi, al Théâtre des Champs-Elysées, messo in scena dai Ballets Russes di Sergej Diaghilev, su musica di Igor’ Stravinskij, con scenografie e costumi di Nikolaj Konstantinovič Roerich e per la coreografia di Vaclav Nižinskij. Di controversie “Le Sacre du Printemps” ne ha recate con sé tante, a partire dal titolo, che andrebbe lasciato intradotto: fuorviante e quasi ridicolizzante tradurre il termine “Sacre” con “Sagra”, sarebbe da tradurre piuttosto con “rituale”, trattandosi, seguendo la trama dell’opera, di un rito sacrificale pagano. Il balletto mette infatti in scena un antico rito pagano russo, che si svolgeva all’inizio della Primavera e prevedeva la scelta di una fanciulla, l’Eletta, che si sacrificasse danzando fino alla morte per propiziare la nuova stagione. La premiere di Le sacre du Printemps è rimasta nella storia. Il pubblico e la critica si trovarono di fronte a un vero e proprio Manifesto di Arte Contemporanea, una radicale rottura con il passato sotto tutti gli aspetti: musicale, coreografico e scenico. E la sua forza risiedeva nel dichiarare a gran voce il nuovo attraverso costumi, scene e atmosfere radicate nell’antico: contro ...

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“Stoffa per la Danza” – La danza in abiti comuni: Pina Bausch

Philippine, ma da tutti conosciuta come Pina, Bausch nasce a Solingen il 27 luglio 1940 e muore di cancro il 30 giugno 2009 a Wuppertal. Inizia la sua carriera artistica da adolescente nella città nativa , poi si trasferisce a New York grazie ad una borsa di studio dove approfondisce la sua tecnica. Viene scritturata dal New American Ballet e dal Metropolitan Opera. Rientra in Germania dove danza ed inizia a comporre le sue prime coreografie nel 1968. Nel ’73 fonda il Tanztheater Wuppertal Pina Bausch. I suoi spettacoli sono apprezzati ovunque: Le Sacre du printemps, Nelken, Bandeneon, Aqua …e tra le sue opere più importanti Café Muller.  Pina Bausch è sicuramente tra le più importanti e note coreografe mondiali, espressione della danza moderna e massima esponente del Teatro-danza tedesco. I suoi ballerini, prendono il nome di “danzattori” in quanto interpreti attraverso l’improvvisazione generata dalle domande che la coreografa pone loro. Essi stessi chiamati ad esprimere le proprie personali sensazioni, sentimenti, infatti essi non ricoprono solo il ruolo di danzatori, ma anche quello di attori e di autori dell’opera. Pina per le sue coreografie si avvale di costumi che in realtà sono abiti comuni: per esempio una semplice vestaglia con sotto uno slip indossata dalla ...

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“Stoffa per la Danza” – Dalla bozza al costume: Léon Bakst

  Léon Bakst (pseudonimo di Lev Schmule Rosenberg) nasce a San Pietroburgo il  10 maggio 1866 da una famiglia ebrea. Studiò all’accademia di Mosca e a quella di Parigi dove approfondisce la conoscenza dell’arte francese e si accosta al simbolismo, corrente di pensiero che si oppone alla razionalità ed al realismo per aspirare alla trascendenza, al mistero, al soprannaturale. Pittore, scenografo,costumista, grafico ed illustratore: nel 1898 fonda con l’impresario teatrale Diagilev il gruppo “il mondo dell’arte”. Realizza i suoi primi bozzetti di scene e costumi per il teatro dell’Ermitage, dove mette in scena col corpo di ballo del maestro Cecchetti la pantomima Le coeur de la Marquise e alcuni spettacoli classici tra cui Antigone di Sofocle. Dirige dal 1907 al 1910 la scuola di pittura di Zvanceva di Pietroburgo. Si stabilisce a Parigi e sempre più di rado va a Pietroburgo; alla fine del 1912 durante un breve soggiorno nella capitale russa gli viene intimato di lasciare immediatamente la città perchè ebreo. Disegna e crea scene e costumi per i Balletti russi di Diagilev allontanandosi dal vero esterno per il vero interiore dove l’io dell’individuo esplode con i suoi istinti, le sue emozioni, i suoi sogni, i suoi incubi…costumi dalle ...

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“Stoffa per la danza” – La libertà di espressione di un corpo avvolto da fibra elastica: Martha Graham.

  Con l’avvento della danza moderna, intesa come torsioni  e movimenti che danno vita ad una danza energica, teatrale ed espressiva, si sente l’esigenza di sostituire i busti steccati dell’ottocento, molto ricchi di applicazioni e decorazioni, con costumi in tessuti elastici che permettano praticità e libertà di movimento, grande vestibilità e una giusta caduta. Sicuramente la madre della danza moderna è Martha Graham. Nasce a New York nel 1894.  Poi si trasferisce in California, dove nel 1911 assiste ad una rappresentazione teatrale di Ruth St. Denis, che le fa scegliere la danza come professione. Dopo anni passati a studiare danza, apre una scuola propria nel 1927. I primi assoli sono atti di protesta, tutti fortemente ispirati a temi sociali. Nel 1929 si manifesta la sua nuova concezione della danza in “Heretic” dove tuniche in maglia avvolgono il corpo lasciandolo libero di muoversi senza limiti e l’anno successivo in “Lamentation” dove indossa un lungo tubolare di stoffa monoelastica nera, lungo circa due metri e  del diametro di circa un metro e mezzo, che permette alle braccia ed alle gambe di tendersi, restando avvolta come in un sudario.  Nei movimenti spasmodici trasuda sofferenza ed agonia, restando seduta al centro della scena completamente ...

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“Stoffa per la Danza” – Le ali di Loie

  Gli appassionati di danza sicuramente ricorderanno Loie Fuller – nome d’arte di Marie Louise Fuller – la quale, pur non avendo mai preso lezioni di danza, è sicuramente tra le pioniere della danza moderna statunitense, artefice di una nuova idea del ballo che tralascia le rigide imposizioni del balletto classico alla riscoperta delle possibilità espressive del corpo. Non era una grande ballerina, non possedendo una autentica maestria tecnica, ma il suo eccezionale estro creativo diede vita a qualcosa di assolutamente nuovo. Nata nel1862 aFullersburger, nell’Illinois, iniziò sin dall’età di quattro anni una carriera di attrice teatrale in spettacoli folkloristici, vaudeville, burlesque e teatro di varietà. Ma solo nel 1892 divenne nota per le sue esibizioni “danza della farfalla” o “serpentina”, caratterizzata da semplici movimenti abbinati a tessiture con taglio a ruota o spirale, portando in scena, con assoluta originalità, un corpo avvolto in ampi drappeggi di seta. Sotto gli effetti delle luci, i drappeggi mossi da lei stessa, assumevano forme diverse: farfalla, fiore, fiamme, una coppa d’oro… Trovò ispirazione a questa nuova danza in un episodio casuale che le capitò durante le prove di Trip to Chinatown: qualcuno le regalò una gonna in seta cinese trasparente ed ella guardandosi ...

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“Stoffa per la danza” si rinnova

Da settembre la rubrica Stoffa per la danza si rinnova con una nuova firma: Jasha Atelier. Che sia romantico, come in Romeo e Giulietta, di temperamento come in Don Chisciotte, etereo come ne Le Silphides o ammaliatore come ne Le Odalische, l’abito è un elemento fondamentale nella riuscita di un balletto e nella valorizzazione di un ballerino. Quest’angolo di cultura della moda segue l’evoluzione del balletto dalle sue più antiche radici sino ad arrivare ai giorni nostri, seguendo tutte le trasformazioni e gli adeguamenti alle società che negli anni i costumi hanno passato. Quest’anno abbiamo scelto come curatori degli stilisti d’eccellenza, ossia Salvatore D’orsi e Antonino Terminiello, fondatori dell’Atelier Jasha. L’Atelier nasce dieci anni fa grazie al desiderio di Salvatore di creare un proprio atelier dopo una ventennale esperienza di sartoria, durante la quale si è affermato e si è fatto conoscere nel campo dei costumi di scena e della moda. Negli anni l’atelier si è confermato come il migliore in Penisola Sorrentina grazie all’innovazione ed alla creatività dei suoi creatori, che possiamo definire degli artisti, i quali, con i loro costumi lavorati rigorosamente a mano e cuciti su misura affinché si adattino perfettamente al corpo e ne esaltino la ...

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