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“Stoffa per la Danza” – Dalla bozza al costume: Léon Bakst

 

Léon Bakst (pseudonimo di Lev Schmule Rosenberg) nasce a San Pietroburgo il  10 maggio 1866 da una famiglia ebrea. Studiò all’accademia di Mosca e a quella di Parigi dove approfondisce la conoscenza dell’arte francese e si accosta al simbolismo, corrente di pensiero che si oppone alla razionalità ed al realismo per aspirare alla trascendenza, al mistero, al soprannaturale.

Pittore, scenografo,costumista, grafico ed illustratore: nel 1898 fonda con l’impresario teatrale Diagilev il gruppo “il mondo dell’arte”.

Realizza i suoi primi bozzetti di scene e costumi per il teatro dell’Ermitage, dove mette in scena col corpo di ballo del maestro Cecchetti la pantomima Le coeur de la Marquise e alcuni spettacoli classici tra cui Antigone di Sofocle.

Dirige dal 1907 al 1910 la scuola di pittura di Zvanceva di Pietroburgo. Si stabilisce a Parigi e sempre più di rado va a Pietroburgo; alla fine del 1912 durante un breve soggiorno nella capitale russa gli viene intimato di lasciare immediatamente la città perchè ebreo.

Disegna e crea scene e costumi per i Balletti russi di Diagilev allontanandosi dal vero esterno per il vero interiore dove l’io dell’individuo esplode con i suoi istinti, le sue emozioni, i suoi sogni, i suoi incubi…costumi dalle prospettive ardite e dai colori rutilanti: memorabili sono Cleopatra, Shéhérazade, L’uccello di fuoco, Narcissus.

E proprio in Shéhérazade è un vero trionfo con le gamme di rossi, arancioni, blu elettrici. Un viaggio verso il fascino dell’oriente con le sue sete che fluttuano leggere incorniciando i corpi e le loro movenze. Dei costumi impreziositi da ori e pietre multicolori che hanno un’ influenza determinante sulla moda europea di quegli anni.

Negli anni parigini collabora con Gabriele D’Annunzio. Nel 1917 rompe i rapporti con Diagilev per divergenze sui procedimenti estetici ed intanto allestisce due suoi spettacoli. La riconciliazione nel 1921 con Diagilev è suggellata dalla collaborazione all’edizione londinese della “Bella addormentata”

Muore a Parigi nel 1924, ma già dal 1911 si susseguono mostre in Europa e Stati Uniti che glorificano le sue opere, i suoi disegni, le sue scenografie.

Bakst riesce a capire l’esigenza rappresentativa di Diagilev creando bozzetti in movimento dandogli vita con colori e drappeggi, rivela fantasia ed insieme comprensione immediata di tutte le arti fuse in una concezione complessa di linea, suono, movimento e colore.

I costumi sfavillanti rappresentano un meraviglioso esempio di creatività, creando un perfetto equilibrio tra forma e colore, tra grottesco e sublime.

Bakst con i suoi bozzetti, con la sua essenza, influenza la moda, il costume e le tendenze del primo novecento rompendo col passato e avviandosi al mondo contemporaneo.

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Salvatore D’Orsi – Antonino Terminiello

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