Di origini modenesi, Barbara Pedrazzi, in arte La B. Fujiko, si approccia alla danza in modo del tutto eterogeneo, sperimentando e curiosando tra gli stili coreografici più disparati che altalenano tra la ginnastica ritmica e il balletto classico, tra la danza contemporanea e l’hip hop, fino a scoprire il waacking e il voguing in un viaggio a New York City nel 2008. Da quel momento, dedica tutta la sua carriera professionale a tali stili, perpetuandone lo studio e l’insegnamento della tecnica e dell’espressività, come anche l’approfondimento culturale e storico delle origini degli anni ‘70 e ‘80. I frutti di tale passione sono resi manifesti dalle tre realtà performative nate lungo il corso della sua carriera, ossia le Wawas, i Vambicj e il progetto artistico collettivo B-fuji, col quale irrompe nella scena artistica italiana e internazionale a pieno titolo e lustro, fino a raggiungere il grande schermo all’interno del cast del programma TV Zelig. La tua primigenia formazione da ballerina si radica a Modena, tua città natale, dove hai la possibilità di approcciarti a svariate discipline coreutiche e artistiche, tra cui anche l’hip hop. Come sono stati questi primi passi nella danza e, soprattutto, nella cultura underground? Come hai già ...
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Il giro del mondo con i Mnai’s
Quante volte la danza viene rappresentata in contesti non convenzionali? Moltissime. E anche qualche sera fa, il 19 novembre alle ore 21 al Teatro Duse di Bologna, è successo: la crew d’hip hop dei Mnai’s, vincitrice consecutivamente di tre edizioni dello Street Fighters World Tour, è andata in scena con lo spettacolo Around. È la storia di una valigia che gira per il mondo, o almeno questo è ciò che i formidabili effetti videografici – curati da Sally Mara Progettazione Grafica – hanno “raccontato”. Ma la vera trama è un’altra, è quella di un gruppo affiatato di ballerini e ballerine che, con un fagotto di paure, ilarità e virtuosismi sulle spalle, vanno a regalare la propria danza dappertutto. I soggetti del plot sono, dunque, gli stessi Mnai’s, pellegrini tra le culture più disparate della Terra, nessuna delle quali disdegnano di omaggiare attraverso movenze ed evoluzioni da street dance. Il loro (ennesimo) world tour comincia nelle favelas brasiliane, dove il gioco del calcio è l’unica cura contro la disperazione. Risate, scherni e picchi di intrigante mascolinità si mescolano a legwork (roteazioni di gambe) e freeze (pose a terra, in equilibrio sulle sole braccia), fino a quando il rumore di un vetro ...
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