La XII edizione del Danceproject Festival, organizzata, con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia, dall’ACTIS Associazione Culturale Teatro Immagine Suono di Trieste, si avvia anche quest’anno alla conclusione, dopo un percorso a tappe iniziato con l’anteprima di dicembre e apertosi già con dei seminari nei primi di marzo.
La sua direzione quest’anno è stata una trasversalità più precisa tra la danza contemporanea, il teatro e gli eventi artistici, uniti per riflettere sulle tematiche etiche nel mondo che cambia; come a cambiare è anche l’approccio del pubblico, sempre più coinvolto, anche in prima persona, non solo nei workshop e nei seminari, ma anche negli spettacoli.
Dopo il debutto di Oratorio per Eva, il 28 marzo scorso, continua un percorso che vede le donne protagoniste, che sia in scena o dietro le quinte.
Questa sera, 31 marzo alle ore 19, presso la SISSA di Trieste si apre una mostra che integra arte e videodanza, in un’indagine strettamente contemporanea: Open Web Art Project, una mostra-evento ideata da Izabella Jaroszewska, con gli interventi della musicista Erica Scher, della performer Dasha Grgich, e dell’artista multimediale Elisa Zurlo e la presenza di esperti di neuroscienze. A seguire un dibattito scientifico, con interventi di due attori.
Ancora Dasha Grgich, il 1 aprile alle 20 nella Sala Bartoli del Teatro Rossetti, con lo spettacolo BodyunTitled, una coreografia che sfiorando il tema delle differenze di genere riflette sull’identità, compresa tra i poli di attrazione e repulsione, rappresentati attraverso movimenti fluidi e scatti improvvisi, e di conseguenza sposta la riflessione sull’identità di un corpo che non si pone come soluzione a un conflitto ma come simbolo di una corporeità ambivalente e forte. La soluzione, sembra suggerire la coreografa, sta nell’osservare la questione e accettare le diversità. A seguire la prima nazionale di La locanda dei venti, ironico e surreale spettacolo che coniuga teatro e danza, con testo e regia di Valentina Magnani.
E dopo una performer-coreografa, e una regista, un’altra presenza femminile: un personaggio che arriva dalla tradizione greca. È Alcesti, la donna resa nota dalla tragedia euripidea pronta a sacrificarsi per l’amato, ed è portata in scena, in prima regionale il 2 aprile alle 21 al Teatro Stabile Sloveno di Trieste, dalla compagnia Zerogrammi, in Alcesti, secondo movimento, parte del progetto Suite Alcesti, riscrittura della tragedia di Euripide partita nel 2014. Il coreografo Stefano Mazzotta ha diviso in due capitoli la storia della protagonista, in due creazioni che evolvono l’una nell’altra, attraverso i temi dell’addio amoroso, della morte, del sacrificio per amore. E con una lingua coreografica che parla di bellezza e dolore, di addii e speranze, Alcesti cerca una risposta alle domande sull’Amore nella nostra “società liquida”.
A completamento del percorso, due workshop: uno sulla danza sensibile e l’altro aperto a giovani danzatori e alunni di scuole secondarie inferiori.
ORARI&INFO:
Open Web Art Project – mostra
31 marzo dalle 19.00,
al SISSA di Trieste, via Bonomea 265.
BodyunTitled,
1 aprile alle ore 20.00,
La locanda dei venti,
1 aprile ore 21.00
Entrambi alla Sala Bartoli del Teatro Rossetti,
via XX settembre 45, Trieste.
Alcesti, secondo movimento
2 aprile ore 21.00
al Teatro Stabile Sloveno, via Petronio 4, Trieste.
Greta Pieropan
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Foto: Giuliano di Bello.