I protagonisti si scrutano, lottano, si abbracciano, si sfiorano e poi cadono, fuggono ma sono uniti indissolubilmente da solidi filamenti: sono queste le dinamiche rappresentate da Glima, performance ideata dal duo Masbedo e messa in scena il 19 e 20 Novembre al Teatro Vascello di Roma all’interno del Romaeuropa Festival.
Uno spettacolo da togliere il fiato, tale è l’intensità dei movimenti e del messaggio che gli autori riescono a trasmettere con questa rappresentazione, un ottimo connubio di danza, teatro e musica dal vivo. L’equilibrio instabile, complesso e assai complicato delle relazioni tra uomo e donna è il fil rouge di Glima, performance che prende il nome da una lotta nordica alla quale possono partecipare anche le donne: uno sport nazionale risalente al Medioevo, una lunghissima danza dove i concorrenti si osservano fino a trovare l’attimo di debolezza e di disequilibrio dell’avversario per farlo cadere.
Un plauso fortissimo va al duo di videoartisti Masbedo (acronimo di Nicolò Massazza e Jacopo Bedogni) che per la prima volta hanno affrontato il palcoscenico: con la loro performance ricca di energia e soprattutto grazie al corpo e al linguaggio del movimento portati sul palco da due bravissimi ballerini, gli artisti hanno messo in danza legami interpersonali, psicologici, sentimentali e amorosi senza dimenticare gli aspetti teneri e violenti che si possono creare. Erna Ómarsdóttir, attrice, danzatrice e performer islandese e Damir Todorovic hanno avuto il compito di raccontare con i loro movimenti proprio i legami, la natura, la passione che può legare e separare l’uomo dalla donna: relazione complicata ma assai importante ed intensa.
La danza sembra un tentativo di sopraffare per non essere sopraffatti: una vera e propria metafora della vita. Arricchito dalle musiche dal vivo di Lagash, dei Marlene Kuntz e di Gianni Maroccolo, Glima è uno spettacolo coinvolgente, ricco di significato e che soprattutto fa riflettere su alcuni aspetti della nostra esistenza che, molto probabilmente, riteniamo quasi scontati.
Valentina Clemente
Foto a cura di Masbedo