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Giselle: il trionfo accademico, tra luci e ombre

GISELLE

Giunge il Natale con le sue magiche festività, le luci risplendono, i parenti e amici cominciano a riunirsi intorno alle tavolate ricche di colori e profumi per sottolineare il periodo più “romantico” dell’anno, e in queste atmosfere fiabesche sui palcoscenici non possono mancare, per festeggiare e far sognare, i grandi balletti del repertorio, come la Giselle con il Balletto di Mosca “La Classique”, andata in scena al Teatro Cagnoni di Vigevano, in una versione fedele allo spirito della disciplina madre, mediante le intramontabili coreografie di Marius Petipa in un’armonica tradizione ballettistica russa con un allestimento ricco di dettagli dalla veste elegante e raffinata.

La tradizione che avvolge, da sempre, Giselle, è nella sua totalità caratterizzato da aspetti riconducibili ad un universo languido, appassionato e sognante: sempre e ovunque in grado di suscitare un clima particolarmente suggestivo di compiaciuta trepidazione tra gioia e sofferenza, tra luci ed ombre…

Il Balletto di Mosca ha portato alla ribalta l’allestimento in due atti, mantenendo alto il primigenio aspetto della Compagnia russa: formare una moltitudine di ballerini con un solo scopo e obiettivo: fornire loro i necessari strumenti per affrontare il futuro coreutico con professionalità e dedizione al fine di poter aspirare ad una carriera tersicorea di ampio respiro internazionale. La direzione della Compagnia è affidata al maestro Elik Melikov che l’ha fondata nel lontano 1990 e attualmente, nelle sue frequenti e seguite tournée, conta una cinquantina di danzatori selezionati tra i più meritevoli giovani talenti accademici. Tant’è che il Balletto di Mosca “La Classique” può vantare nel proprio palmares una lunga tradizione di allestimenti in Europa, essendosi esibito nei maggiori teatri. L’Italia ospita l’ensemble da circa venticinque anni e da sempre li accoglie con entusiasmo e con una benevola nostalgia da parte dei puristi per quella forma accademica in cui i grandi balletti del grande repertorio venivano allestiti con maniacale cura nella confezione dei costumi riccamente impreziositi (in questa versione firmati da Elik Melikov), dalla cornice accurata dei “poetici” fondali dipinti (a cura di Evgeny Gurenko), dalla ricostruzione coreografica (qui nella versione di Marius Petipa, adattata allo stile della nobile Scuola Russa in confronto all’edizione francese di Perrot/Coralli) secondo gli imperativi dei capolavori del passato in un autentico trionfo di fogge e colori per mezzo della fervida musica di Adolphe-Charles Adam, artista di altissimo valore.

L’allestimento di Giselle visto nello scenario dello storico “Civico Teatro Cagnoni” è risultato delicato in aderenza allo spartito integrale della composizione (pur con alcuni limiti tecnici non sempre dai contorni nitidi e da una leggera caduta di ritmo nel primo atto), ha goduto dei favori del numeroso pubblico intervenuto per la sua immutata popolarità ottenuta fin dai tempi del debutto all’Opéra National di Parigi.

Una produzione impreziosita dalle elevazioni, tra spirali e volute aeree, nelle interpretazioni di Giselle a cura dell’eterea e soave étoile Nadejda Ivanova e dalla straordinaria partecipazione e padronanza del ruolo di Albrecht portato in scena con precisione esecutiva dal solista Oleg Eromkin e dalle caratterizzazioni con i numerosi ballonné, relevé, pas de bourree, cabrioles, arabesques, grand jété dell’intero Corpo di Ballo, sottolineate dalle incisive musiche purtroppo in questa occasione registrate: “unica nota dolente l’assenza dell’orchestra dal vivo che in operazioni di recupero e conservazione della grande “tradizione” rimane fondamentale per ricreare l’assoluta bellezza e completezza artistica e teatrale”.

La storia, pur essendo nota, risulta sempre struggente nel trionfo malinconico dell’amore e narra la leggenda delle Villi, spiriti di ragazze morte per disperazione prima di poter essere maritate, le quali non riescono a trovare pace nell’aldilà. Di notte, per vendicare il loro triste destino, attraggono imprudenti viaggiatori in una danza che finisce solo con la loro morte. Giselle è una giovane paesana che vive in una ridente vallata della Germania e durante una festa campestre incontra il principe Albrecht travestito da contadino, il quale inizia a corteggiarla. Giselle scordando il fidanzato Hilarion danza gioiosamente e amorevolmente con Albrecht, però il principe viene raggiunto dalla Corte e dalla nobile fidanzata e Hilarion, cieco e roso dalla gelosia, rivela a Giselle la verità: il suo sogno d’amore con il principe non avrà seguito nella realtà. La ragazza impazzisce per il profondo dolore e muore. Nel secondo tempo (il cosiddetto “atto bianco” ben rappresentato dai celebri tutù lunghi definiti anche tutù degas o tutù romantici), Giselle si è trasformata in una Villi e Albrecht si scopre pentito e autenticamente innamorato della sventurata giovane deceduta di crepacuore. Mentre piange disperato sulla tomba di Giselle, il principe viene catturato dalle Villi che iniziano ad affiggerlo, costringendolo a ballare, per sfinimento, fino alla morte. Ma l’amore di Giselle per Albrecht va oltre ogni mito e leggenda e lei, unica fra le Villi, lo sostiene coraggiosamente nella danza fino a quando il cielo s’imbianca e sopraggiunge l’alba, la quale scioglie il malefico incantesimo. Giselle in tutta la sua generosità salva così la vita del suo amato principe, ma nel frattempo gli deve dire “addio” per sempre, ritornando in gruppo con le altre Villi in uno spiritico mondo costellato dall’oscurità in netto contrasto con il primo atto.

Onore al merito al direttore della compagnia Elik Melikov, artista diplomatosi come disegnatore presso l’Università delle Arti di Mosca, il quale ha vissuto a stretto contatto con la realtà teatrale fin dal 1986, quando la riforma economica della Perestrojka introdotta nell’ex Unione Sovietica dal presidente Mikhail Gorbaciov gli ha permesso di fondare un laboratorio per la produzione di scarpette da ballo, costumi, scenografie, attrezzature e decorazioni fino alla fondazione con Nadejda Pavlova del Balletto di Mosca “La Classique” confermando così la felice e consolidata tradizione invernale “delle feste”, rappresentando per tutti gli amanti e appassionati “classici” un appuntamento di costante didattica e qualità espressiva. Doverosa la citazione anche per Evgenia Novikova ed Andrey Shalin, scrupolosi Maître de Ballet.

Una serata dolce e sognante, resa palpabile da una sentimentale incoronazione alla regina delle arti: “la Danza”, mediante l’ausilio di un “balletto eterno” dipinto dalle speciali atmosfere, irresistibili per adulti e bambini, in cui la consuetudine inossidabile di successo si rinnova, da decenni, ad ogni alzata di sipario rendendo Giselle una potente arma di attrazione.

Michele Olivieri

www.giornaledelladanza.com

 

 

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