Lunedì 31 ottobre al Teatro dell’Opera di Roma va in scena il Gala Italia Russia 2011 in occasione dei festeggiamneti dell’anno della cultura Russa in Italia. In anterpima per il giornaledelladanza.com abbiamo intervistato con grande onore il direttore artistico l’étoile internazionale Vladimir Vasiliev.
Lunedì 31 ottobre al Teatro dell’Opera di Roma ci sarà un grande evento il “Gala Italia – Russia” di cui lei è direttore artistico, ci racconta come nasce questa idea?
L’idea di questo evento è nata dalla direttrice della compagnia “Ensemble Productions”, con sede a Londra, la Signora Olga Balakleets nell’ambito dell’anno dello scambio di cultura Italia-Russia. In qualità di Presidente della Fondazione Galina Ulanova Foundation ho collaborato con questa compagnia e con la Signora Balakleets per l’evento speciale del Galà in onore della nostra leggendaria ballerina Ulanova al Teatro Coliseum di Londra a maggio scorso. Dopo il Galà, la Signora Balakleets mi propose di assumere la Direzione Artistica di questo Galà a Roma. Tutti coloro che sono interessati alla mia carriera dovrebbero sapere del mio amore per l’Italia e per il pubblico italiano e sapere anche che Roma è la mia città preferita. Così ho accettato di essere in questo evento.
È un evento molto atteso dalla danza, Lei cosa si aspetta?
Lei sa che gli artisti, almeno in Russia, sono molto cauto nel fare previsioni future. Direi soltanto che insieme agli organizzatori e agli artisti, mi piacerebbe rendere questo Galà un evento brillante e caloroso per il pubblico, ricordare al pubblico che possiamo capirci senza bisogno di traduzioni, che possiamo condividere così tanto e fare molto insieme. Credo questo sia proprio l’intento dell’anno dello scambio culturale fra Russia e Italia.
Vladimir Vasiliev rappresenta per tutti noi l’apoteosi della danza, lei come si vede, come vive questa grande popolarità fatta di grande e costante lavoro?
Questo mi fa sorridere e mi è molto facile rispondere a questa domanda. Non ci ho mai pensato. Non ho mai sentito il peso della fama sulle mie spalle. E ritengo che se e quando un artista inizieranno a pensare alla propria fama personale è finito come vero artista. Il non esser soddisfatti di ciò che si già è fatto è uno dei principali stimoli per sviluppare, per crescere, per creare.
Ci racconta come è nata in lei la passione per la danza?
Grazie alla mia prima insegnante di danza, Elena Rosse, che notò il mio talento, mi lodò e mi incoraggiò a continuare quando (all’età di 7 anni) mi trovai per la prima volta quasi per caso in una classe formata da un gruppo amatoriale alla Pioneer House di Mosca. Fu lei a dire a mia madre che aveva del talento e a suggerirle di farmi studiare alla Scuola di Balletto del Bolshoi Ballet.
Il suo percorso artistico dagli inizi sino ad ora…
Sarebbe molto lungo da raccontare, ma, per sintetizzare potrei elencare le tappe principali: la Scuola di Balletto del Bolshoi, il Teatro Bolshoi, tournée in Russia e all’estero, la Direzione della Sezione Coreografica dell’Accademia Russa di Arti Sceniche, l’insegnamento presso diverse università e accademie, la Presidenza della Fondazione Galina Ulanova, l’impegno di coreografo freelance e la pittura, con molte mostre personali. Se mi si chiede qualcosa troppo in dettaglio, temo diventi troppo lungo da raccontare. Probabilmente Lei saprà che ho curato la regia di molti film in Russia ed ora inizio un progetto di serie televisiva per il canale culturale russo intitolato “Gli eroi del mio tempo” incentrato proprio sulla mia vita e sui più importanti personaggi che ho incontrato nel corso di essa. Forse dopo scriverò un libro autobiografico che i miei amici continuano a chiedermi da anni. Se sarà tradotto, allora potrete scoprire molti più dettagli del mio percorso artistico.
Lei ha avuto una brillante carriera internazionale e di conseguenza ha lavorato con coreografi e ballerini che hanno fatto la storia della danza. Ne ricorda qualcuno in particolare?
Naturalmente ho ricordi unici del mio lavoro con tanti artisti brillanti della mia generazione e delle generazioni precedenti – i miei maestri. Sarebbe impossibile elencarli tutti. Fra le mie partner, a parte Katya Maximova, la mia partner di tutta la vita che è stata anche mia moglie, ho danzato con ballerine che sono state leggende nel mondo della danza, come Galina Ulanova, Alicia Alonso, Maia Plisetskaya, Carla Fracci. E sono stato così felice di lavorare con grandissimi coreografi come Yury Grigorovich, Kasyan Goleizovsky e Maurice Béjart con creazioni specifiche per me. Ma non sono stati solo i danzatori e i coreografi ad influenzare il mio sviluppo aartistico, bensì anche musicisti, compositori, cantanti, direttori d’orchestra, drammaturghi e registi, sia Russia che all’estero. Tra esse figure così importanti che è piuttosto difficile per me darne una lista completa. In Italia, ad esempio, sono stato fortunato ad incontrare Franco Zeffirelli, la cui arte amo moltissimo.
Nel corso della Sua carriera, Lei ha potuto vedere, toccare con mano e soprattutto partecipare all’evoluzione della danza: i movimenti che i ballerini portano in scena oggi non sono gli stessi di alcuni decenni fa. Da che cosa crede siano stati causati questi cambiamenti?
È solo naturale che avvengano tali cambiamenti nel mondo del balletto. Lo stesso accade in tanti altri campi delle attività umane. Il Balletto non è qualcosa di avulso dal mondo esterno e non esiste solo in se e per sé. È un’arte viva con materiale “vivente”. Sia i danzatori che il pubblico fanno parte del mondo umano e si sviluppano con esso, cambiano il loro punto di vista estetico, i loro gusti e finanche il ritmo di vita. Senza parlare di ciò che accade nelle sfere tecniche e tecnologiche in questo mondo. Di conseguenza, i danzatori sono diventati molto più tecnici nel loro modo di eseguire lo stile. Il livello medio di capacità performative si è omologato di più grazie allo sviluppo dei mezzi di comunicazione, alle tecnologie video, a Internet. Il pubblico in passato non aveva tanti modi e forme di intrattenimento, oggi ce ne sono troppi. Dunque il pubblico moderno è abituato a più dinamica, più effetto, più “show” tanto per dire. Quindi vediamo salti più alti e pirouettes più numerose e più rapide. Avete notato com’è cambiata la forma delle punte? Adesso sono più larghe di prima per dare un equilibrio più controllato alle ballerine e consentire loro di restare sulle punte più a lungo senza nessun altro supporto. Sono molto efficaci, come un trucco. Io credo che tutti i cambiamenti per rafforzare la parte tecnica sono positivi solo quando e se non sono fatti solo per cercare di stupire il pubblico, ma se sono richiesti dalla musica, dalla necessità artistica e dal ruolo drammatico da interpretare. La tecnica e l’artisticità dovrebbero essere insperabili; diversamente non raggiungerebbero il cuore del pubblico, che è lo scopo di qualsiasi forma d’arte autentica.
Sul piano umano, al di fuori della scena chi è Vladimir Vasiliev? Come trascorre il suo tempo? Quali sono le cose che ami di più?
Credo che molti dei miei fan in Italia saranno sorpresi di sapere che, a parte il lavoro coreografico, sono molto impegnato nel campo della pittura, che è diventata la mia seconda vocazione. Ho iniziato a dipingere molti anni fa quando ancora ballavo. Ho imparato a dipingere da alcuni amici miei pittori di professione, presso i loro studio e atelier. Ho appreso anche molto dai grandi maestri del passato visitando le gallerie d’arte di tutto il mondo e studiando tantissimi cataloghi artistici. Ma, quando ancora ballavo, non avevo il tempo di dedicarmici a tempo pieno, come invece ho fatto quando ho smesso di danzare. Sinora ho all’attivo 15 mostre personali dei miei dipinti (ad olio ed acquerelli) sia in Russia che all’estero. Naturalmente ancora metto in scena le mie coreografie in tutto il mondo in qualità di coreografo, ma la pittura è diventata allo stesso modo una parte della mia vita artistica attuale. Mi è stato proposto di portare i miei dipinti in Italia e sto discutendo della possibilità di fare una mostra a Roma il prossimo autunno. Sarebbe interessante esibire le mie opere in Italia.
Progetti futuri?
Per metà del prossimo anno ho in programma di mettere in scena dei balletti a Mosca, in Ucraina, Bielorussia e Norvegia, e poi c’è il Concorso di Danza “Arabesque” di cui sono direttore artistico sin dalla sua istituzione, 20 anni fa. Quest’anno prenderà il nome di Ekaterina Maximova, che ne è stata il Presidente di Giuria permante, ruolo che è stato ereditato da me dopo la sua scomparsa. Naturalmente fra i miei programmi ci sarà anche il proposito di realizzare altri dipinti e mostre di pittura.
Un messaggio per chi si avvicina alla danza?
L’ho ripetuto così tante volte: amate la vostra professione e dedicatevi ad essa, non smettete mai di lavorare sodo e non siate mai soddisfatti dei risultato ottenuti col vostro lavoro creativo. Osservate molto per capire cosa è bene o cosa non lo è e non smettete mai di imparare.
Un pensiero, mi scusi se mi permetto, ma va alla grande Ekaterina Maximova…siete stati una coppia sulla scena e nella vita fantastica…
È così difficile parlare di qualcosa di così personale, che è motivo di sofferenza interiore. Per tutta la mia vita lei è stata parte di me: siamo stati insieme sin dai tempi della scuola di ballo e poi è stata sempre al mio fianco in scena e a casa. Ora che se n’è andata, sento che una parte di me è andata via con lei e cerco di colmare il vuoto lasciato con tanto lavoro. Sarebbe impossibile esprimere a parole ciò che significa per me. Ho messo in scena un balletto intitolato Ballade sulla musica di Chopin in memoria di Katya e della nostra unione in occasione del mio Gala per il Giubileo a New York l’anno scorso. Credo di aver detto molto più attraverso la mia danza di quanto non potrei dire a parole.
Sara Zuccari
Direttore www.giornaledelladanza.com