Gentile Direttore perché la danza italiana, e soprattutto in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo, non è unita?
(Roberto – VERONA)
Caro Roberto questa è una bella domanda. Direi una patata bollente. E’ difficile oggi dire di chi è la colpa e soprattutto puntare il dito sul colpevole. Ancor più difficile è però lo spirito che si aggira nella danza, quello dell’incompetenza, che di certo non aiuta, anzi…
Dovremmo tutti noi fermarci un momento e fare un “mea culpa” e, senza piangere sul latte versato, agire attivamente, costruttivamente e con senso di coscienza. Io ci provo!
S. Z.
Caro Direttore in questi giorni alcuni esponenti della danza hanno lanciato appelli alle istituzioni, come la Sig.ra Fracci e Roberto Bolle. Cosa ne pensa lei?
(Antonia – TODI)
Questa è una brutta storia. Bene che l’abbiano fatto, male il modo in cui lo fanno. Attenzione, non perdiamo mai di vista il senso della ragione e poniamoci sempre delle domande a cui seguano altrettante risposte: siamo sicuri che gli appelli fatti siano per la tribù della danza e non per loro stessi? Lascio a voi la risposta… (io la conosco già).
S. Z.
Gentile Direttore cosa ne pensa del caso Mary Garret?
(Francesca – TAORMINA)
“Chi è senza peccato scagli la prima pietra”, questa è la prima frase che mi viene in mente. A Mary Garret va tutta la mia solidarietà (personalmente ho messo mi piace anche su FB). Ma certe volte chi tira troppo la corda deve essere consapevole di correre il rischio che si spezzi. Spero e mi auguro che il prezzo che ha pagato, con il licenziamento dal Teatro alla Scala, sia davvero utile per affrontare la tematica dei disturbi alimentari. La mia? Ho i miei dubbi.
S. Z.