Sono giorni di fermento per il Lirico Partenopeo che, dopo la lunga riunione tenutasi lo scorso 9 gennaio, non ha aderito al decreto “Valore Cultura” stilato dal Ministro ai Beni Culturali Massimo Bray, che comporterebbe tagli alle buste paga dei lavoratori.
La decisione aveva comportato le dimissioni di quattro dei componenti del CDA: il presidente della Camera di Commercio di Napoli Maurizio Maddaloni, il vicepresidente del CDA, il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro, l’ex presidente della Provincia di Napoli Luigi Cesaro e l’ex sottosegretario del Ministero dei Beni e Attività Culturali Riccardo Villari.
Contrari all’adesione il Presidente della Fondazione, il Sindaco di Napoli Luigi De Magistris, e il Consigliere Andrea Patroni Griffi. Il Comune ha approvato una delibera per il conferimento alla Fondazione di beni immobili del patrimonio comunale, al fine di migliorarne l’autonomia finanziaria.
De Magistris, schierato al fianco dei lavoratori, ha parlato di «battaglia storica che dobbiamo estendere in tutta Italia contro una legge pessima che non riduce i costi delle produzioni, favorendo le esternalizzazioni e penalizzando le risorse interne, sulle quali noi invece vogliamo puntare. Il Comune ha messo 40 milioni di euro, è l’unico socio che l’ha fatto. È stata una vittoria del popolo del San Carlo, che non riguarda solo gli stipendi ma la politica culturale».
Ora la parola spetta al MIBAC che è organismo di vigilanza delle Fondazioni, chiamato a governare il San Carlo, senza più il CDA.
Lorena Coppola