È stato recentemente pubblicato dalla Gremese Editore ed è già facilmente reperibile nelle librerie e online il primo volume della trilogia Storia della danza in Occidente, firmata da tre illustri esperti e cultori della materia coreutica: Ornella Di Tondo, Flavia Pappacena e Alessandro Pontremoli. Tutti e tre hanno profuso largo e scrupoloso impegno nell’approntare una ricostruzione diacronica della storia della danza e del balletto dall’antichità ai giorni nostri, suddividendosi l’ambizioso progetto in tre fondamentali quadri storiografici.
Mentre il primo volume racchiude infatti gli studi sulla danza Dall’Antichità al Seicento svolti dalla dottoressa e Vicepresidente dell’AIRDanza Ornella Di Tondo, il secondo riguarda invece gli sviluppi intervenuti nei secoli Settecento e Ottocento analizzati da Flavia Pappacena, storica della danza e docente di Teoria ed Estetica della danza presso l’AND e la facoltà di Lettere dell’università Sapienza di Roma. Il terzo volume infine, dedicato alle ricerche più recenti del mondo coreutico riguardanti il XXI secolo Tra Novecento e Nuovo Millennio, è stato scritto dalla penna magistrale di Alessandro Pontremoli, Professore di Storia della danza e del mimo presso l’Università degli Studi di Torino (DAMS).
Dato un primo sguardo all’indice del primo volume uscito, si nota immediatamente il fatto che sia suddiviso in due parti. La prima, più breve, offre un’interessante digressione sulle diverse questioni di storiografia della danza: il problema della trasmissione storica della danza come una disciplina essenzialmente “orale”, la disponibilità di un repertorio di fonti dirette e indirette ampio ed eterogeneo, la difficile conciliabilità tra un medium, la danza, linguaggio basato sul corpo e il movimento, e un altro medium, la scrittura, linguaggio basato invece sulle idee e le parole.
La seconda parte invece, di gran lunga più estesa, affronta l’excursus storico vero e proprio, attraversando le varie epoche (Antichità greca e romana, alto e basso Medioevo, Rinascimento ed europeismo cinque-seicentesco) con i connessi movimenti artistici e culturali e le più importanti questioni sociali, religiose e politiche. Il risultato è una convergenza di plurime ricerche molto produttiva, da cui emerge uno studio sulla danza completo e complesso, che non tralascia la trattazione del filone della danza popolare accanto a quello della danza aulica e cortese, e che esplora la presenza dell’amata arte tersicorea in ogni ambito del sapere.
La lettura viene allietata così, ad esempio, da ciò che dicevano dell’ amata danza i grandi scrittori e poeti del passato, primo fra tutti Dante che nel Purgatorio descriveva così il ballo di una donna: «Come si volge con le piante strette / a terra ed entra sé, donna che balli / e piede innanzi piede a pena mette»; oppure dalle molteplici riproduzioni di quadri ed affreschi con vari soggetti danzanti disseminati ovunque nel testo.
Leonilde Zuccari
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