Nella cornice milanese del Teatro della Luna, tempio del musical per antonomasia è andata in scena – all’interno della sesta edizione del Tripudium Ballet che ha annoverato quest’anno un’esimia giuria formata da Franco De Vita (direttore artistico dell’American Ballet Theater), Christian Spuck (Direttore aristico del “Ballet Zurich” e coreografo), Jason Beechey (Rettore dell’Università di danza Palucca di Dresda) e Itzik Galili (coreografo di fama mondiale già membro della Bat Sheva Dance Company in Israele) – la serata finale del “Premio Internazionale Silvio Oddi”, manifestazione nata in memoria del danzatore, coreografo e maestro prematuramente scomparso. Una serata di Gala, a conclusione della prima edizione del prestigioso Premio pensato per i Giovani, il quale ha visto la partecipazione di nove finalisti con i complimenti dell’apposita giuria presente in sala presieduta da una grande “signora della danza” l’étoile internazionale Luciana Savignano, con il preciso compito di decretare il “vincitore unico e assoluto”, composta da celebri coreografi, maestri e professionisti coreutici, i quali hanno avuto il piacere di conoscere e lavorare con Silvio Oddi nel corso della sua breve ma intensa vita ricca di generosità e virtù. Tra questi: Franco Miseria, Roberto Salaorni, Joseph Tito, Afshin Varjavandi, Natale Tulipani, Raimondo Todaro e Giusy Versace.
Mediante questo evento, il mondo della danza italiano ha reso omaggio al compianto Silvio Oddi, da sempre vicino alla formazione dei giovani danzatori. Un Premio a lui dedicato, organizzato e voluto affettuosamente dalla squisita sensibilità della coreografa Susanna Beltrami fondatrice della “DanceHaus di Milano” considerata un punto di riferimento internazionale per la danza e le arti applicate, un’autentica “casa accademica” per lo studio e la formazione contemporanea; dall’accurato Natale Tulipani direttamente da “I Love New York Dancing” che dal 1987 è una tra le esperienze formative più qualificate e complete per studenti, maestri, appassionati di danza e performers del musical e da Simone Ranieri fondatore di “The Fan Events” organizzazione di eventi, i quali insieme hanno creduto e sostenuto il Premio per far sì che il pubblico non potesse mai dimenticare Silvio Oddi, ballerino e coreografo dotato di un talento come pochi e generosamente apprezzato da pubblico e destinatari della danza e dello spettacolo ma soprattutto da coloro che hanno avuto la fortuna di affiancarlo e amarlo per la sua enorme professionalità rifuggendo da ogni forma di superbia, di emulazione o sopraffazione. Da ricordare che Silvio, appassionato sin in tenera età di danza e recitazione, iniziò gli studi allo Ials di Roma dimostrando fin da subito una predisposizione per il ballo passando dagli stili classico, al jazz e al modern con sorprendente duttilità. Non ancora maggiorenne, a soli 17 anni, approdò in una delle trasmissioni televisive di maggior successo della Rai, una vera icona del sabato sera: “Fantastico”, grazie alla sua forte presenza scenica e al suo carisma diventò poi primo ballerino a “Buona Domenica” sulle reti Mediaset. In seguito visse una parentesi a Montecarlo con l’apertura di una propria Scuola di danza e poi il trasferimento a Londra in cui si accostò, complice una ricerca personale, alla “physical dance” per poi fare rientro in Italia e fondare con successo la “Compagnia Silvio Oddi” riavvicinandosi alla televisione; infatti negli ultimi anni, prima della sua improvvisa scomparsa, ricoprì anche il ruolo di giudice nella trasmissione “Amici”, ma la sua massima ambizione rimase la strada dell’insegnamento perché la sua spontaneità e il suo sorriso lo rendevano costantemente desideroso di proseguire lo studio con nuove realtà, nuovi linguaggi e innovative sperimentazioni del “movimento corporeo” coltivando la sua costante passione di creazioni coreografiche grazie all’innata umiltà che non lo mutò mai nel corso degli anni; malgrado il successo rimase sempre lo stesso, un gran signore, rappresentante del lato bello, sincero, genuino e soprattutto di qualità nel mondo dello spettacolo e della danza con una predilezione per il teatro-danza: presupposti che sono alla base di un indiscusso “Talento”.
Ricordo con piacere in un mio incontro con Silvio Oddi, un suo ragionamento che mi colpì particolarmente e mi fece intendere la sua caratura e sensibilità, lo sintetizzo brevemente con queste parole: “Chiunque nella danza, allievo, insegnante, professionista, senta il desiderio di crescere e di non sentirsi mai arrivato l’unica vera “disciplina” è lavorare quotidianamente e continuamente come fosse il primo giorno, con la giusta e dovuta curiosità, con gli aggiornamenti costanti rivolti a tutto ciò che di nuovo e sperimentale si crea nel “panorama della danza”, sia in Italia che all’estero, in quanto la fame di Cultura non è mai abbastanza”.
L’autorevole Premio in suo onore è nato con il nobile scopo di individuare e valorizzare l’eccellenza della danza al maschile in Italia e di assegnare al migliore partecipante in gara il titolo di “Talento”, degno di rappresentare, ricordare e tenere vivo l’insegnamento artistico e didattico di Silvio Oddi: una testimonianza alla sua opera atta alla promozione artistica culturale durante il cammino e la crescita di ogni singolo allievo; una prerogativa di Silvio che ha speso anima e corpo nel perseguire un percorso didattico rivolto soprattutto alle nuove leve, alle loro potenzialità e alla loro formazione rispettando i canoni imposti dalla disciplina madre.
La serata al Teatro della Luna, presentata da Filippo Ferraro è partita con un commovente video riccamente confezionato e da una raccolta di “ricordi” legati a Silvio Oddi artista e uomo; un omaggio e un saluto per la sua nuova vita, al cospetto di una nutrita presenza di addetti ai lavori, per poi proseguire con lo show che ha offerto al festante pubblico un ottimo livello esecutivo dei brani in una raffinata scelta di pezzi in stile modern e contemporaneo, distinguendosi per la specificità stilistica e il livello tecnico che hanno sottolineato i partecipanti, i quali si sono sfidati per vedersi assegnare l’ambitissimo premio, oltre a vivere un’esperienza indimenticabile per la crescita costruttiva dal punto di vista dell’educazione al palcoscenico eseguita con buon gusto e abilità esteticamente apprezzabili, con la viva speranza che, in futuro, il tutto si possa tradurre, per loro, in opportunità professionali.
Tra i molteplici canditati selezionati nei mesi precedenti in alcuni tra i più seguiti Concorsi Nazionali (Vetrina Coreografica di Olbia, Shakespeare in Dance, Poietike Danza, Novara In Danza, Percorri il Tuo Sogno, Lecco Danza, Mantova Danza, Rieti Danza, Moncalvo In Danza, Premio MAB, Trofeo DenStar, Brianza Danza Festival, Festival Ballet, Rapallo Danza, Rho Danza, Danza Italia, I Love Dance, Ischia Summer Academy, San Pellegrino, Show One, Salerno Danza d’aMare) e coordinati dalla direzione organizzativa e dallo staff artistico capitanato da Susanna Beltrami con Natale Tulipani, Simone Ranieri e la collaborazione di Nicolò Abbattista, Lorenzo Conti e in qualità di selezionatore esterno Michele Olivieri, nove ragazzi sono giunti alla finalissima di Milano nel nome di Silvio Oddi.
Gradito ospite della serata, direttamente dalla sua prossima creazione dal titolo “Coscienze” il coreografo e danzatore Laccio con la “Laccioland”, i quali hanno saputo regalare al pubblico un estratto di forte impatto energico e visivo, pervaso da sofisticate atmosfere, sfumature e poesia. Un preludio e un assaggio a un lavoro, prossimamente in scena, che ha entusiasmato il pubblico per il perfetto sincronismo, per la contemporaneità dei danzatori nel loro diversificarsi reciproco a livello fisico mantenendo un ritmo e una qualità del movimento di spettacolare ricerca artistica.
La serata è stata altresì impreziosita dalla presenza in veste di danzatori, oltre che in qualità di giurati, di Raimondo Todaro e Giusy Versace che si sono esibiti in “Quick Step” su coreografia di Raimondo Todaro, tratto dallo spettacolo “Con la testa e con il cuore si va ovunque”, dimostrando un affiatato e totale feeling scenico in piena sintonia professionale.
La gara è stata serrata, nove coreografie tra modern e contemporaneo. Alla fine l’attenta Giuria ha assegnato e decretato Vincitore assoluto il giovane Michele Scappa proveniente da Rieti dalla scuola Dance Project che ha presentato una coreografia in cui la danza è stata esplorata mescolando i sentimenti interiori con dinamiche e fluidità in sospeso equilibrio tra linee astratte e vibrazioni emozionali. La Giuria ha altresì decretato di assegnare una menzione speciale, per far parte della futura nuova produzione del coreografo Matteo Bittante con la compagnia di Susanna Beltrami all’allievo Thomas Greaux proveniente da Ermont in Francia che ha portato sul palcoscenico milanese una coreografia creata su un impianto progressivo accurato del movimento, tanto da coinvolgere il pubblico come parte integrante dell’espressività drammaturgica con una percezione d’alto livello.
Al vincitore del Premio Silvio Oddi, il giovane e “talentuoso” Michele Scappa, è stata assegnata una Borsa di Studio che gli consentirà di accrescere il proprio bagaglio didattico gratuitamente per tre settimane a New York più la produzione di un videodoc della sua esperienza formativa americana e di un photobook realizzato dalla celebre fotografa Federica Dall’Orso.
La prerogativa di questo Premio dedicato a Silvio Oddi, fin dal primo momento è stata la volontà da parte di professionisti del mondo della danza di voler affermare e ribadire il loro impegno nella didattica e nella formazione coreutica, nell’individuazione e valorizzazione di allievi costellati da un complesso di doti rilevanti.
La prima edizione del “Premio Internazionale Silvio Oddi”, si è rivelata un raffinato ed elegante tributo e una pregevole perla nel panorama tersicoreo italiano, una finale di tanti concorsi, in un affresco essenziale reso dall’impeccabile organizzazione “non profit” e sottolineato dalle concrete opportunità offerte ai partecipanti per mezzo di un progetto sinonimo di qualità, professionalità e rispetto.
Un preciso viaggio di “eccellenza” in un ideale abbraccio nell’universale linguaggio della danza per custodire gelosamente vivo il ricordo di un “talento” troppo presto scomparso ma con la convinzione, oggi più che mai, che la sua danza e il suo essere artista non può che “volteggiare” sopra tutti noi da lassù.
Michele Olivieri
Foto: Patrick Negrini
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