Sylvie Guillem, una fra le più celebri danzatrici contemporanee, vanta con una carriera impressionante che l’ha vista entrare a 11 anni alla Scuola di Balletto dell’Opéra di Parigi e quattro anni dopo nel corpo di ballo. A soli 19 anni viene promossa da Rudolf Nureyev al ruolo di étoile e da allora la danzatrice lavora con le principali compagnie, dal Royal Ballet al Tokyo Ballet, dall’American Ballet Theatre alla Scala, interpretando ruoli da protagonista nei balletti di grandi coreografi come Kenneth MacMillan, Maurice Béjart, William Forsythe e Mats Ek.
- CONOSCERSI BENE, STUDIARE SEMPRE AL MASSIMO E APPROFONDIRE
Ballare, per me, è sempre stato dire chi sono. Perché sul palco non si può essere solo uno strumento, occorre portare la vita. In scena dobbiamo dare tutto quello che abbiamo, pensieri e cuore. Ogni volta che ero in sala prove a lavorare su un personaggio mi chiedevo come io Sylvie avessi potuto reagire se fossi stata Giulietta o Manon. Ho sempre approfondito i personaggi che dovevo interpretare, leggendo, informandomi per poterli trasmettere al meglio e perché non potevo raccontare una storia se non era chiara per me. Forse sarebbe stato più facile limitarsi a eseguire passi, ma così non avrei raccontato la vita .
- SOGNARE SEMPRE…
- DEDIZIONE E IMPEGNO
Col tempo ho imparato a essere meno impulsiva, ma non per quel che va contro la mia natura. Mi sono sempre data a questo mestiere con il cuore. E ho seguito la lezione più importante di Nureyev: il coraggio. Non cedeva a compromessi, lottava per le sue convinzioni. Ha portato all’Opéra un’aria diversa.
Redazione www.giornaledelladanza.com