Al via l’edizione 2020, 40 anni di Oriente Occidente, festival di danza e arte contemporanea che ha fatto della riflessione sulle identità culturali e l’incontro con l’altro la linea rossa del suo lungo, ricco e prezioso percorso artistico.
Nell’anno del lockdown, la proposta di un festival dal vivo, con spettacoli in prima assoluta frutto di coproduzioni internazionali che mantengono la loro natura e concezione originaria è un atto politico. Come politico – nel senso di civico – è l’impegno a restituire il teatro e la scena agli spettatori e riavviare un dialogo poetico ed emozionale grazie all’arte della danza.
Da questa prospettiva è stato impostato un cartellone articolato, che da un lato celebra doverosamente il prestigioso anniversario, dall’altro conferma la sua valenza in ambito internazionale -con le coproduzioni di Lidberg e Morau- e infine vive nel presente della creatività italiana e internazionale, immaginando e sostenendo diverse proposte e iniziative artistiche di autori delle più recenti generazioni.
Il festival si apre il 3 settembre (replica 4 settembre) con la prima mondiale di Centaur che riporta a Rovereto il teatro visionario e tecnologico di Pontus Lidberg e il suo Danish Dance Theatre, mentre il 6 e 7 approda in prima italiana l’attesa novità di Marcos Morau (artista associato del festival) per La Veronal Sonoma, ispirata all’immaginario surrealista di Luis Bunuel: noi di Danza & Danza ne abbiamo parlato diffusamente nel numero del magazine di luglio/agosto.
Altre ospitalità internazionali sono Pep Ramis della compagnia spagnola Mal Pelo con l’assolo The Mountain, the Truth & the Paradise e Arkadi Zaides con la conferenza spettacolo Talos.
Svetta per prestigio la tre giorni dedicata a Merce Cunningham, amico del festival che frequentò in varie occasioni. Garantita una selezione dei 100 soli celebranti il suo centenario curata appositamente da Daniel Squire del Trust (allo Zandonai 11 e 12 settembre) c’è anche un site specific per le vie della città e vari events disseminati affidati ai danzatori ‘cunninghamiani’.
La ricca sezione italiana prevede le presenze di Abbondanza Bertoni, Cristina Rizzo, Michela Lucenti, e ancora Ninarello, Colaleo e Freixas e Luna Cenere in una serie di proposte che vanno da spazi convenzionali a nuove modalità di perfomance (dai balconi alle ‘scatole’ dei peep show).
Per le date degli spettacoli, i luoghi e le modalità di accesso vi inviamo al sito di Oriente Occidente dove sono segnalati anche i numerosi incontri ed eventi collaterali.
Redazione www.giornaledelladanza.com