L’era del Covid 19 sta mettendo a dura prova il mondo della danza, e tutte le attività commerciali e artistiche connesse. In particolare sofferenza sono le scuole e le accademie di danza, penalizzate dalle decisioni governative che hanno imposto la chiusura solo pochi mesi dopo la riapertura, pur se compiuta nel rispetto delle regole.
Le ricadute sono state chiaramente di natura economica, ma anche psicologica, per i titolari delle scuole, per gli insegnanti e per i ballerini che hanno perso quel momento di studio, apprendimento e benessere connesso alla danza.
Durante il primo lockdown molte scuole hanno deciso di fermarsi in attesa della fine del periodo di chiusura, ma la seconda interruzione ha provocato una netta inversione di tendenza che ha portato numerosi insegnanti a proporre corsi online.
E qui sorge il dilemma: lezioni di danza online, sì o no?
Chiaramente sono numerosi gli svantaggi per allievi e insegnanti connessi ai corsi online, come l’assenza di pavimenti ammortizzanti, gli spazi ridotti e le distrazioni, elementi che limitano la possibilità di trarre il massimo dalla lezione. Inoltre, l’insegnante non è fisicamente presente, vede gli allievi relegati in un quadrettino, e non sempre riesce a scorgere e correggere l’errore.
Un altro ‘contro’ riguarda l’effettiva distanza fisica, di molto superiore ai due metri imposti per la riapertura, un altro enorme limite a un aspetto fondamentale della danza, ossia la condivisione, l’imparare uni dagli altri, il vivere assieme le emozioni che aumentano esponenzialmente in sala con i compagni e il maestro.
Però, c’è un però. L’alternativa è privare gli allievi della possibilità di mantenere viva la passione e di esercitare comunque la tecnica, e al tempo stesso e più banalmente, eliminare il sostentamento economico per coloro che di danza vivono, anche materialmente.
Sappiamo inoltre che danzare produce effetti benefici su corpo e mente, aiuta ad alleviare lo stress e aumenta le difese immunitarie, fattore di estrema importanza soprattutto adesso. Quindi, perché non sfruttare la tecnologia per superare assieme un momento che prima o poi è comunque destinato a finire?
Non si tratta di un surrogato temporaneo, bensì di modificare o meglio ampliare la nostra concezione della danza. Non si può pensare di imbastire la lezione online come se si tenesse in sala, quindi starà al maestro escogitare modi nuovi e altrettanto validi per continuare a insegnare.
Ciò significa ripensare il proprio stile di insegnamento, rimodularlo sulla base delle attuali esigenze, calibrando le lezioni e gli esercizi in attesa di poter tornare in sala. Certo, non è facile uscire dagli schemi in cui viviamo da decenni, ma perché non provarci?
Niente grand jetè e routine che richiedano grandi spazi, quindi, più lavoro sulla musicalità, sull’equilibrio, sull’aplomb, e sull’introspezione e l’improvvisazione da condividere con gli allievi. Coinvolgere gli studenti nella costruzione coreografica può costituire un momento essenziale per sfruttare un’attività importantissima che spesso in sala non si ha il tempo di svolgere. Rivedere la propria formula di insegnamento, sulla base di questa nuova sfida, può costituire inoltre una crescita artistica e lavorativa anche per noi insegnanti.
In un precedente articolo spiegavamo come la danza stimoli la creatività e dunque la plasticità del cervello, migliorandone la capacità di rispondere alla complessità degli eventi, attivando le molteplici funzioni intellettive, ed è proprio così. Alcune cose accadono, non dipendono da noi. Ciò che però possiamo fare, dunque, è mettere in atto il famoso ‘Piano B’, sfruttare una condizione non ottimale per trasformare un limite in un’opportunità e trasmettere questa fondamentale lezione di vita ai nostri allievi.
In definitiva, lezioni di danza online, sì o no? Voi cosa ne pensate?
Stefania Napoli
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