Il vocabolo ‘emozione’ deriva dal latino emovere che significa portare fuori, uscire o smuovere. E la danza è essenzialmente emozione in movimento.
In quanto forma d’arte, la danza deve esprimere quell’emotività profonda, intima, che dà senso e significato ai movimenti, deve permettere alle emozioni di manifestarsi e prendere forma attraverso il corpo, e di comunicarle e generarle nel pubblico
Ciò che rende i danzatori artisti e non solo atleti, infatti, è la capacità di provare ed esternare le loro emozioni.
Le performance più memorabili sono quelle che emozionano di più il pubblico e i ballerini migliori sono quelli che condividono qualcosa della loro anima attraverso la danza.
Ovviamente ciò avviene solo dopo che si padroneggia la tecnica e che i passi vengono memorizzati. Solo in quel momento il ballerino potrà ‘lasciarsi andare’ e ballare davvero, trasponendo l’espressività sui movimenti.
Spesso, tuttavia, si separa la tecnica dall’espressività e ci si concentra quasi esclusivamente sugli elementi fisici, forza, flessibilità, linee. Invece è necessario insegnare a danzare in modo emotivamente connesso, perché le emozioni sono incarnate nel corpo e sono una parte importante del nostro modo di muoverci.
Il nostro umore influisce su come danziamo, se siamo tesi o depressi esprimeremo tale stato d’animo nel movimento. Quindi possiamo dire che le nostre sensazioni hanno implicazioni sulla postura, sulla coordinazione e sul verificarsi di eventuali infortuni.
Dando regolarmente spazio all’espressione delle emozioni nello studio della danza, nascono ballerini più autentici, intuitivi, creativi, perché la danza altro non è che la forma fisica delle emozioni.
Stefania Napoli
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