Recenti studi dimostrano che la danza migliora la funzione cognitiva e che chi la pratica con regolarità ottimizza la propriocezione corporea e muscolare regolata dal cervelletto.
Combinando azione creativa, gesto e collaborazione con insegnanti e altri ballerini, la danza incrementa l’attività cerebrale su più livelli. Stimola i percorsi cerebrali associati all’empatia, ossia alla capacità di mettersi ‘nei panni dell’altro’ e di comunicare a livello profondo.
L’empatia permette al cervello dei danzatori di sintonizzarsi sulla medesima frequenza, sviluppando una cooperazione indispensabile per creare un movimento armonico.
La corteccia motoria attiva un complesso meccanismo di pianificazione, controllo ed esecuzione, dando vita a infiniti movimenti volontari, coordinati e sincroni.
Il cervelletto infine integra le informazioni dai sensi e rende i movimenti fluidi e precisi.
La danza dunque non è solo una delle esperienze umane più antiche, ma è anche fortemente radicata nel DNA collettivo.
Il corpo e il cervello si sono evoluti anche grazie alla danza, e di conseguenza si è evoluta anche la società.
L’atto artistico infatti modifica il modo in cui pensiamo e di riflesso il modo in cui interagiamo con gli altri, e ci rende individui più proattivi ed emozionalmente più ricchi.
Stefania Napoli
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