In una versione particolarmente classica con accenti neoclassici (che ha visto il suo debutto con successo nel 2019) ritorna quell’amore così forte che niente e nessuno potrà distruggere. Questo è ciò che provano Cenerentola e il Principe quando si incontrano al magico ballo del castello. Tutti conoscono la fiaba di “Cenerentola” e, nella versione coreografica di Gregory Dean, il romanticismo è l’ingrediente principale in una autentica delizia per bambini e adulti, rifacendosi all’eleganza naturale, all’espressività drammatica e all’armonia tra corpo e musica tipiche di Bournonvile. Particolare cura è rivolta alla forma e al posizionamento delle braccia, le piroette vengono eseguite con una posizione bassa della gamba, lo sviluppo coreografico presta attenzione al rapido gioco di piedi, il tutto senza sforzi visibilisupportato da un portamento misurato. La musica melodiosa di Prokofiev fa da sfondo alla storia della povera ragazza dal cuore d’oro che, nonostante i grandi ostacoli incontrati sul suo cammino, scopre finalmente che la giustizia e l’amore arrivano a coloro che se lo meritano.
Questa versione ballettistica è basata sulla storia di Charles Perraultdel 1697 e presenta tutti i tratti distintivi di una vera fiaba: gioia e dolore, il trionfo del bene sul male e gli amanti che affrontano infinite tribolazioni prima di raggiungere il lieto fine. Non mancano lamatrigna malvagia e le due perfide sorellastre, ma anche la fata madrina, un gruppo di fate gentili e un principe affascinante. Gregory Dean, primo ballerino inglese del “Royal Dutch Ballet”, ha coreografato balletti come “Blixen” e “Gotta Dance!”. La sua “Cenerentola” è una storia classica per tutte le età su come l’amore, la speranza e una mente aperta possano conquistare anche l’oscurità più nera. A dirigere l’Orchestra il Maestro Paolo Carignani, le scenografie e i costumi portano la firma di Jon Morrell. Lo spettacolo è nuovamente in scena sul palcoscenico del Teatro dell’Opera di Copenaghen dal 23 febbraio con protagonista il “Balletto Reale Danese” che è una delle compagnie più rinomate al mondo, fondata nel 1748, ed oggi guidata dal direttore artistico Nikolaj Hübbe. Il simbolo del “Royal Denmark Ballet” è la “tradizione Bournonville”, che prende il nome da August Bournonville che guidò la compagnia negli anni Trenta dell’Ottocento.
Con una solida base nella tradizione culturale danese del periodo Bournonville sosteneva che l’arte dovesse essere positiva. Questa armonia si trova non solo nelle storie e nel lieto fine dei suoi balletti, ma anche nel suo stile dalle perfette proporzioni e dal delicato tempismo musicale. La Scuola di Ballo del Balletto Reale Danese risale al 1771 ed è insieme alla Scuola dell’Opéra di Parigi e alla Scuola di Ballo di San Pietroburgo tra le più antiche del mondo. Da questa Scuola sono emersi numerosi ballerini famosi. Molti hanno ottenuto riconoscimenti internazionali come Lucile Grahn, che fu la prima a ballare “La Sylphide”, Toni Lander, Erik Bruhn, Henning Kronstam, Flemming Flindt, Niels Kehlet, Peter Martins, Peter Schaufuss, Adam Lüders, Il Andersen, Nilas Martins, Johan Kobborg, Nikolaj Hübbe, Kenneth Greve, Thomas Lund e numerosi altri.
Il “Balletto Reale Danese” nel corso del XX secolo si è evoluta in una compagnia moderna che interpreta il lavoro dei coreografi danesiHarald Lander (Etudes, 1948) e Flemming Flindt (The Lesson, 1963); ma anche di importanti coreografi internazionali. Dopo il Balletto dell’Opéra di Parigi, il Balletto Reale Danese ha il maggior numero di balletti di Balanchine nel suo repertorio in Europa. Inoltre, il “Balletto Reale Danese” esegue creazioni di celeberrimi coreografi contemporanei, tra cui Jiří Kylián e John Neumeier, nonché di altri rinomati coreografi come Tim Rushton, Alexei Ratmansky e Christopher Wheeldon. Una peculiarità del “Balletto Reale Danese”, che soddisfa svariate estetiche stilistiche, risultano essere gliapprezzati balletti narrativi in continuazione della tradizione di Bournonville, senza tralasciare i grandi classici del repertorio classico, come “Giselle”, “Il lago dei cigni”, “Lo Schiaccianoci” e “La bella addormentata”.
Con poche interruzioni Bournonville fu maestro di ballo a Copenaghen dal 1830 al 1877. Mise in scena quasi cinquanta balletti e numerosi divertissement. Numerose delle sue opere vengono ancora eseguite secondo una tradizione che rimane ininterrotta fino ai giorni nostri. Il “Balletto Reale Danese” possiede un numero di balletti del periodo romantico maggiore di qualsiasi altra compagnia al mondo. Tra questi basti citare “La Sylphide” (1836), “Napoli” (1842), “Le Conservatoire” (1849), “A Folk Tale” (1854) e il pas de deux dall’“Infiorata di Genzano” (1854).
Il coreografo Gregory Dean è nato a Londra dove si è formato in danza classica alla “Tring Park School”. Nel 2004, ha ballato con il “Ballet Vorpommern” prima di unirsi allo “Scottish Ballet” nel 2005, interpretando diversi ruoli da protagonista tra cui “Apollo” di Balanchine. Dopo essersi unito al “Royal Denmark Ballet” nel 2008, è diventato solista nel 2011 e nel dicembre 2013 è stato promosso al grado di primo ballerino in seguito alla sua interpretazione del principe ne “Lo Schiaccianoci”. Lo si ricorda inoltre nel ruolo di Siegfried nel “Lago dei cigni” di Peter Martins, e in quello di Nikolaj Hübbe/Silja Schandorff, il principe Désiré nella “Bella addormentata” di Christopher Wheeldon, James nella “Silfide” di August Bournonville, Oberon in “Sogno di una notte di mezza estate” di John Neumeier, Romeo in “Romeo e Giulietta” di John Neumeier, “Other Dances” di Jerome Robbins, “Lo schiaccianoci” di George Balanchine, Albrecht in “Giselle” diNikolaj Hübbe/Silja Schandorff, “A Folk Tale” di August Bournonville e “Come Fly Away” di Twyla Tharp.
Michele Olivieri
Foto: Henrik Stenberg
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