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Danza, difficoltà e ‘cultura della colpa’

A nessuno piacciono le avversità, nella danza e nella vita.

Nessun ballerino ama arrivare ultimo in una competizione, non ottenere buoni risultati alle audizioni, restare in seconda fila durante uno spettacolo o lottare con un elemento tecnico difficile.

Tutte queste situazioni possono causare delusione, rabbia e imbarazzo, ma se le si guarda con un occhio diverso possono diventare grandi opportunità.

Per quanto dolorose o frustranti possano essere sul momento, le avversità sono positive per i danzatori, stimolano abilità fondamentali per il successo e la felicità.

Affrontando le avversità, si sviluppano perseveranza, pazienza, accettazione, umiltà e resilienza che aiutano a gestire le emozioni negative.

Lo stress della scuola o sul lavoro, i problemi sociali, la carenza di sonno e di tempo lontano dai social media, stanno avendo un impatto negativo sugli adolescenti e sugli adulti. Sviluppare forti capacità di reazione permette di ridurre l’ansia e di aumentare la soddisfazione personale.

Se non si sperimentano le avversità fin da piccoli, non si avrà l’opportunità di affrontare le sfide della vita adulta e dell’indipendenzaUltimamente non si permette ai bambini di sperimentare le difficoltà. Gli adulti sono troppo veloci nell’intervenire per proteggerli da esperienze negative che invece sono fondamentali per la crescita forte e consapevole.

I genitori dei giovani ballerini si intromettono nelle decisioni degli insegnanti, intervengono in ogni ‘dramma’ con amici e compagni di danza, rifiutano di lasciare che il figlio si assuma la responsabilità dei suoi comportamenti negativi. Spesso si fanno carico di compiti che spettano ai ballerini, come per esempio cucire i lacci delle scarpette di danza.

Anche gli insegnanti di danza a volte abbassano le aspettative nei confronti degli allievi, non fanno rispettare le regole per paura di una ritorsione da parte dei genitori o di perdere studenti.

Queste tendenze conducono a una ‘cultura della colpa’ che genera un impatto negativo sui ballerini: si incolpano gli insegnanti per i problemi comportamentali, si incolpano i compagni più preparati per essersi guadagnati la prima fila o il ruolo da solista e via dicendo.

Quando i giovani ballerini affrontano le avversità, invece imparano a regolarsi, adattarsi e a superare le sfide, e si preparano a gestire situazioni e circostanze difficili da adulti.

Gli studenti infatti cambiano prospettiva, perché attraverso l’esperienza sviluppano pazienza e perseveranza. Imparano che gli ostacoli sono temporanei, che con la costanza e il lavoro miglioreranno e si rendono conto di essere più forti delle circostanze avverse.

Alla fine, emergerà l’autoefficacia, la convinzione di poter avere successo, a prescindere dalle circostanze esterne.

Grazie alla danza inoltre, si diventa più sensibili alle difficoltà altrui, si gestiscono al meglio le relazioni sociali, si ottengono maggiore soddisfazione ed equilibrio nei rapporti e si migliora la qualità di vita.

Stefania Napoli
© www.giornaledelladanza.com

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