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Le Conservatoire (balletto): storia, personaggi, curiosità e trama

Originariamente intitolato Le Conservatoire, or A Marriage by Advertisement (Konservatoriet eller et Avisfrieri), questo balletto-vaudeville in due atti fu creato dal coreografo August Bournonville nel 1849 per il Royal Danish Ballet.

L’azione si svolge in una sala-danza presso il Conservatorio di Parigi. Ciò deriva dal fatto che Bournonville studiò al Conservatorio parigino agli inizi dell’Ottocento con Auguste Vestris (17601842) celebre ballerino francese, di ascendenza italiana, che debuttò a soli dodici anni all’Opéra di Parigi nel divertissement del terzo atto della pastorale La Cinquantaine di Jean-Benjamin de La Borde. Divenuto membro a tutti gli effetti della compagnia dell’Opéra nel 1775, fu promosso solista nel 1776, primo ballerino nel 1778 e premier sujet de la danse nel 1780, posizione che egli mantenne per trentasei anni consecutivi. Ritiratosi dalle scene nel 1816, si dedicò con enorme successo all’insegnamento della danza classica accademica contribuendo alla formazione di tanti futuri danzatori del XIX secolo, tra i quali Marius Petipa, Lucien Petipa, Fanny Elssler, Jules Perrot Maria Taglioni. Con la Taglioni si esibì in un minuetto di corte all’età di 75 anni, per l’ultima sua apparizione sulle scene.

Le Conservatoire lanciò la carriera tersicorea della prima ballerina Juliette Price (1831-1906) danzatrice danese che aveva studiato con August Bournonville, diventando la sua artista preferita per l’algida e nobile compostezza che corrispondeva alla sua idea di “ballerina perfetta”.

In “Le Conservatoire” August Bournonville conduce lo spettatore nella Parigi della sua gioventù e mostra un giocoso pezzo sulla primavera della vita, sull’arte della danza e sul sentimento dell’amore. August Bournonville nacque in una famiglia con solide radici nel mondo coreutico. Suo padre, Antoine Bournonville, era un noto ballerino e coreografo francese che si trasferì a Copenaghen per lavorare presso il Teatro Reale Danese. Antoine fu un insegnante rigoroso e trasmise al figlio una formazione rigida oltre ad una netta conoscenza delle tecniche di balletto francesi. Infatti la formazione artistica di August iniziò sotto l’influenza del padre, ma si arricchì in seguito con preziose esperienze internazionali. A vent’anni August Bournonville si trasferì nella capitale francese e studiò come già detto con Auguste Vestris e con Pierre Gardel (1758-1840, fratello di Maximilien Gardel, entrò alla Scuola di danza dell’Opéra di Parigi nel 1774, fu allievo di suo fratello e venne nominato primo ballerino nel 1780, ma dovette rinunciare alla carriera per ragioni di salute e venne nominato maître de ballet in seguito alla scomparsa di Maximilien nel 1787) riuscendo ad allargare la propria visione con una tecnica solita creata da disciplina, leggerezza, eleganza e precisione. Bournonville fu influenzato particolarmente dallo stile romantico. Grazie a queste sue esperienze riuscì a mescolare lo stile francese con una inedita panoramica, realizzando una personale metodologia basata sulla grazia e sulla musicalità. Diede così origine al rinomato metodo che porta il suo nome, creando meravigliosi balletti come “La Sylphide”, “Napoli”, “Infiorata a Genzano”, e ben appunto “Conservatorio”. Come elementi distintivi del suo stile è da annoverare il piazzamento delle braccia tenute nella posizione preparatoria sia nei movimenti iniziali che in quelli finali, nonché in differenti combinazioni di salti e batterie. Fondamentali, la leggerezza estrema, il potenziamento del ballon, un atteggiamento aggraziato e i diversi rapidi cambiamenti degli epaulments. Altri elementi che caratterizzano il Metodo Bournonville si ritrovano nella naturale contrapposizione di forza e velocità impegnate dalla parte inferiore del corpo, con l’estrema evanescenza delle braccia e morbidezza della testa. Lo sguardo delle danzatrici inoltre è spesso rivolto verso il basso, ad esprimere un sentimento di modestia e pudore.

La narrazione in Le Conservatoire è un pretesto per far rinascere idealmente un’epoca passata ed una lezione tipica della Scuola parigina di danza del 1820. Sicuramente il divertissement del primo atto è l’esatta fotografia di come era concepita l’arte coreutica accademica agli inizi del XIX secolo in Francia.

Infatti il primo atto come già riportato è una ricreazione di una lezione di danza in stile Vestris, uguale a quelle frequentate da Bournonville. Nel secondo atto, Monsieur Dufour, un ispettore del Conservatorio, scrive un annuncio di matrimonio sul giornale ma finisce per sposare la sua governante, Mademoiselle Bonjour, cadendo vittima di un gioioso intrigo.

Il compositore del balletto Holger Simon Paulli evocò la Parigi degli anni 1820 e 1830. Il balletto si apre con la versione orchestrata da Paulli del valzer da concerto di Carl Maria Weber, “Invitation to the Dance”. Inoltre Paulli utilizzò il “Grande valse brillante in mi bemolle maggiore” di Fryderyk Chopin e l’aria di Giovanni Paisiello “Nel cor più non mi sento” dall’opera “La Molinara”. Il divertissement del primo atto (Pas d’école) si basa su rimandi musicali e il famoso “pas de trois” impiega il “Concerto per violino n. 7, Op. 9” di Pierre Rode.

Il balletto completo in due atti fu eseguito dal Royal Danish Ballet dal 1849 al 1934, quando purtroppo scomparve dal repertorio. Nel 1942, Harald Lander, all’epoca direttore del “Royal Ballet”, estrasse il Pas d’école e lo mise in scena come divertissement in un atto.

Nel 1995 sempre il Balletto Reale Danese ha riportato in repertorio la versione completa in due atti con l’aiuto di tre esperti della “Metodologia Bournonville”: Kirsten Ralov (ex vicedirettrice e prima ballerina della compagnia), Niels Bjørn Larsen (primo ballerino) e la maestra Dinna Bjørn (figlia di Larsen). Ciò è potuto accadere grazie ai loro ricordi personali, alle annotazioni di Bournonville e agli scritti del ballerino Valborg Borchsenius.

Da menzionare anche al Gala dell’Accademia Vaganova di San Pietroburgo nel 2017 la rappresentazione del primo atto del balletto a beneficio degli allievi. Una produzione che ha ricevuto ampi consensi nel pieno rispetto di Bournonville il quale assegnava al ballerino un posto di rilievo equivalente a quello della ballerina.

Le Conservatoire è stato inoltre eseguito per la prima volta dalla New Zealand Ballet Company nel 1955 su coreografia di Poul Gnatt da August Bournonville con musica di Holger Simon Paulli.

Nel 2016 al Palazzo Garnier questo celebre titolo è stato riproposto dalla Scuola di ballo dell’Opéra di Parigi. A seguito delle celebrazioni per il terzo centenario dell’istituzione coreutica francese, è andato in scena Le Conservatoire riproponendo un alto senso di rinnovamento del balletto romantico, riequilibrando i ruoli femminili e maschili che in passato ha permesso alla scuola danese di formare indimenticabili interpreti maschili, uno su tutti Erik Bruhn.

Una curiosità la ritroviamo nel secondo atto dove gli allievi del “Conservatorio” per prendere in giro Monsieur Dufour si travestono da donne attraenti e sensuali. Ecco spiegato l’appellativo di balletto-vaudeville: un genere di spettacolo che si basava su una particolare pratica musicale che faceva un uso consapevole di famose melodie adattate a bilanciare il periodo e il colore locale e a facilitare la comprensione del pubblico con la mimica.

Michele Olivieri

Foto di Aleksander Ku

www.giornaledelladanza.com

© Riproduzione riservata

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