Il balletto classico preferito?
“Il lago dei cigni”.
Il balletto contemporaneo prediletto?
Mi piace il lavoro di David Dawson.
Il Teatro del cuore?
Il Bolshoi di Mosca.
Un romanzo da trasformare in balletto?
“L’amore ai tempi del colera”.
Mentre un film da cui ricavare uno spettacolo di balletto?
“Anastasia”.
Il costume di scena indossato che hai preferito?
I tutù di Aurora.
Quale colore associ alla danza?
Rosa cipria.
Che profumo ha la danza?
Della pece, del dietro le quinte che ha una fragranza tutta sua che non si può spiegare a parole.
La musica più bella scritta per balletto?
“Il lago dei cigni” e “Lo Schiaccianoci”.
Il film di danza irrinunciabile?
“Il ritmo del successo”.
Due miti della danza del passato, uomo e donna?
Sylvie Guillem e Mikhail Baryshnikov.
Il tuo “passo di danza” preferito?
Mi piacciono molto gli “adagi”.
Chi ti sarebbe piaciuto essere nella vita tra i ruoli del grande repertorio di balletto classico?
La principessa Aurora… perché ha un lieto fine!
Chi è stato il genio per eccellenza nell’arte coreografica?
Balanchine, Forsythe hanno fatto delle coreografie che reputo molto interessanti. Ma ognuno a modo suo ha dato un grande contributo alla danza e alla sperimentazione di essa.
Tornando indietro, se incontrassi Tersicore, cosa le diresti?
Le direi che la sua arte, la danza, continua a vivere e ad ispirare milioni di persone in tutto il mondo. Oggi, la danza non è solo una forma di intrattenimento, ma una potente espressione di emozioni, cultura e identità. Le direi che, sebbene le sfide siano cambiate, il potere che ha il corpo di raccontare storie e trasmettere sentimenti resta immutato.
Tre parole per descrivere la disciplina della danza?
Disciplina, costanza e resilienza.
Come ti vedi oggi allo specchio?
Mi vedo più consapevole, più forte, ma con ancora tante cose da migliorare ed imparare.
Michele Olivieri
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