La Martha Graham Dance Company giungerà al Teatro La Fenice di Venezia – cinquantuno anni dopo la sua ultima apparizione in laguna – per celebrare i cento anni della sua fondazione.
La compagnia, fondata nel 1938 da Martha Graham in sostituzione del precedente Dance Group nato appunto nel 1926, può essere ritenuta come la più antica compagnia di modern dance americana.
Definita «una delle sette meraviglie dell’universo artistico» dal Washington Post, la Martha Graham Dance Company eseguirà a Venezia tre creazioni della sua fondatrice, Diversion of Angels (1948), su musica di Norman Dello Joio; Lamentation (1930) su una partitura di Zoltán Kodály; e Chronicle (1936) su musica di Wallingford Riegger.
Questi eccezionali ‘pezzi’ di storia di danza moderna saranno affiancati da Imagine, una nuova produzione firmata dal coreografo americano Hope Boykin, su musica di Leonard Bernstein proposta nell’arrangiamento di Christopher Rountree.
Cinque le repliche in programma al Teatro La Fenice, il 6, 7, 8, 9, 10 maggio 2026, nell’ambito della Stagione Lirica e Balletto 2025-2026 della Fondazione Teatro La Fenice.
Martha Graham (1894-1991) è riconosciuta come una delle forze artistiche più importanti del ventesimo secolo, al fianco di Picasso, James Joyce, Stravinsky e Frank Lloyd Wright. Nel 1998, la rivista «Time» l’ha nominata Ballerina del secolo mentre la rivista «People» l’ha inserita tra le Icone femminili del secolo. Come coreografa, è stata estremamente prolifica, creando oltre centottanta balletti. Il suo approccio alla danza e al teatro e la sua tecnica originale hanno rivoluzionato l’arte in generale e il suo innovativo vocabolario fisico ha influenzato irrevocabilmente la danza in tutto il mondo.
Ecco il dettaglio delle repliche, con orari e turni di abbonamento: mercoledì 6 maggio 2026 ore 19.00 (turno A); giovedì 7 maggio ore 19.00 (turno D); venerdì 8 maggio ore 19.00 (turno E); sabato 9 maggio ore 15.30 (turno C); domenica 10 maggio ore 15.30 (turno B).
Per informazioni www.teatrolafenice.it
Michele Olivieri
Foto di Hibbard Nash Photography
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