Negli anni Ottanta e Novanta, la televisione italiana ha rappresentato una vetrina fondamentale per la danza, trasformandola da disciplina d’élite a fenomeno popolare.
In questo ventennio, il piccolo schermo ha giocato un ruolo cruciale nel diffondere la cultura del movimento, dando visibilità a ballerini, coreografi e stili nuovi, e influenzando profondamente l’immaginario collettivo di più generazioni.
Gli anni Ottanta sono stati il decennio del varietà, dei lustrini e dell’esplosione dei corpi in movimento. Programmi come Fantastico, Domenica In, Superclassifica Show e Festival di Sanremo hanno fatto della danza un elemento centrale dell’intrattenimento televisivo.
In particolare, Fantastico, trasmesso il sabato sera su Rai 1, ha rappresentato una delle piattaforme più importanti per la danza in TV. Coreografi come Gino Landi e ballerini come Heather Parisi e Lorella Cuccarini sono diventati veri e propri simboli dell’epoca.
Heather Parisi, in particolare, ha portato in scena uno stile fresco e dinamico, contaminato da elementi di jazz e danza moderna, diventando un’icona grazie a brani come Cicale.
La danza in questo periodo non era solo tecnica, ma spettacolo puro: il corpo danzante era al servizio della televisione, della musica pop, delle scenografie grandiose.
Le coreografie, spesso complesse e costruite per colpire visivamente, riflettevano l’estetica euforica e colorata del decennio.
Con gli anni Novanta, la televisione cambia volto. Il varietà tradizionale perde centralità, ma la danza trova nuove forme di espressione, adattandosi ai linguaggi televisivi più giovani e dinamici.
Si affermano nuovi programmi come Non è la Rai (1991-1995), che pur non presentando danzatori professionisti, ha portato la danza tra gli adolescenti, facendo scuola nell’estetica e nei movimenti.
Parallelamente, show come Buona Domenica e Carràmba! Che sorpresa introducono performance di danza miste a momenti di spettacolo.
Un altro spazio importante si apre per la danza attraverso i videoclip musicali, che trovano visibilità nei programmi televisivi e contribuiscono a plasmare una nuova cultura più vicina al linguaggio internazionale e giovanile.
Accanto ai volti noti del piccolo schermo, esisteva un universo sommerso di ballerini professionisti e coreografi che lavoravano dietro le quinte.
Franco Miseria, per esempio, è stato uno dei nomi più influenti nella coreografia televisiva di quegli anni. Le sue creazioni, spesso complesse e audaci, hanno contribuito a elevare la danza a una forma d’arte più riconosciuta anche nel contesto televisivo.
La danza in TV tra gli anni ’80 e ’90 ha avuto un ruolo decisivo nella diffusione di questa disciplina artistica. Ha reso il ballo parte della vita quotidiana, ha ispirato giovani a iscriversi a scuole di danza, ha influenzato la moda, il linguaggio corporeo, l’intrattenimento.
La danza in televisione negli anni Ottanta e Novanta è stata espressione di un’epoca, veicolo di sogni, contribuendo a creare un patrimonio culturale che ancora oggi continua a influenzare le trasmissioni e le nuove generazioni.
Michele Olivieri
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