
La passione è un motore potente che conduce il danzatore oltre i limiti.
Non si tratta di una semplice inclinazione, ma di una forza che spinge a superare ostacoli fisici e mentali, spesso mettendo da parte il naturale istinto di auto conservazione.
In sala prove e sul palcoscenico nasce una dedizione che va oltre la ricerca della perfezione: il ballerino si mette costantemente in discussione, accetta il disagio e affronta la fatica come parte integrante del percorso artistico.
Questa tensione positiva verso il miglioramento genera risultati straordinari, ma non è priva di rischi. Il desiderio di superare un limite, di correggere un errore o di raggiungere un ideale a volte porta a ignorare i segnali del corpo.
Dolori, infortuni, stanchezza vengono minimizzati in nome di un obiettivo prioritario. Il rischio è che il danzatore confonda il coraggio di mettersi in gioco con la trascuratezza verso se stesso.
Proprio in questa dialettica tra slancio e prudenza però risiede e si rivela la forza della passione. Se ben gestita, diventa uno stimolo per la creatività e la resilienza.
Il segreto è sapersi ascoltare. Se il danzatore ci riesce e riconosce i propri limiti senza arrendersi a essi, trasforma la passione in una risorsa.
È la consapevolezza infatti a rendere la danza un viaggio profondo e senza eguali verso una conoscenza più completa di sé.
La passione dunque resta il cuore pulsante della danza, ma richiede equilibrio e maturità.
Solo trovando la giusta misura tra entusiasmo e rispetto per il corpo si possono travalicare i confini, senza sacrificare il benessere personale che si estende dalla sfera fisica a quella emotiva e mentale.
In questo modo, la passione diventa un’alleata preziosa nella crescita artistica e umana del danzatore.
Stefania Napoli
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