
Tra i saloni raffinati del Rome Cavalieri, A Waldorf Astoria Hotel, in cima alla collina di Monte Mario, non si custodisce solo il lusso dell’ospitalità: si cela una vera collezione d’arte, un museo silenzioso tra velluti e marmi.
Tra dipinti antichi, mobili d’epoca e opere moderne, spicca un tesoro dal fascino scenico e leggendario: i costumi di scena di Rudolf Nureyev, il più celebre danzatore del Novecento.
Pochi sanno che, varcando le porte dell’hotel, si incontra un piccolo spazio che profuma di teatro: una teca che custodisce alcuni costumi originali indossati da Nureyev.
Tessuti preziosi, velluti e ricami che raccontano la grazia e l’energia di un artista capace di trasformare ogni movimento in arte pura.
La loro presenza rientra nella collezione privata del Rome Cavalieri, una raccolta di oltre mille opere che spazia dal Settecento al contemporaneo e che rende questo hotel un unicum nel panorama dell’ospitalità internazionale.
Il percorso espositivo non è quello di un museo tradizionale: le opere vivono negli spazi dell’albergo, in dialogo con gli ospiti.
I costumi di Nureyev si trovano nell’area degli ascensori e presso la lounge dell’Imperial Club, riservata agli ospiti più esclusivi, ma possono essere ammirati anche durante le visite guidate della collezione d’arte, che l’hotel organizza su richiesta.
Chi li osserva nota subito la minuzia sartoriale e la potenza simbolica: abiti concepiti non solo per il palcoscenico, ma per incarnare un modo di danzare che era anche una filosofia di vita.
Non esiste un catalogo pubblico che elenchi ogni costume esposto, ma alcune fonti raccontano che provengano da celebri produzioni di balletto – del grande repertorio classico – interpretate da Nureyev negli anni d’oro della sua carriera europea.
L’hotel conserva questi pezzi come reliquie, testimonianze di un’epoca in cui la danza era anche un gesto di libertà, e Roma — da sempre città di artisti — diventa qui custode della memoria di un genio russo diventato cittadino del mondo.
Il Rome Cavalieri si trova in posizione panoramica con vista sulla Cupola di San Pietro.
Osservare quei costumi nel cuore di un grande hotel romano è come assistere a un ultimo passo di danza, sospeso nel tempo.
Ogni filo dorato sembra ancora vibrare al ritmo di una musica lontana, ogni cucitura racchiude il ricordo di un corpo in movimento.
In un luogo dedicato al lusso e alla quiete, Rudolf Nureyev continua a danzare, attraverso il linguaggio immortale del costume, della materia e della memoria.
Michele Olivieri
www.giornaledelladanza.com
©️ Riproduzione riservata
Giornale della Danza La prima testata giornalistica online in Italia di settore