
Teresa e Placida Battaggi non furono solo insegnanti di danza. Furono due custodi di un sapere antico, due colonne portanti della tradizione coreutica italiana, capaci di trasmettere non solo movimenti, ma un’etica, una visione e un rispetto profondo per l’arte.
Per oltre vent’anni, hanno formato intere generazioni di ballerini, dando vita a uno dei periodi più fertili della Scuola di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma.
La storia delle Battaggi inizia tra i palchetti austeri e solenni della Scala di Milano, dove Teresa, la maggiore, si formò all’inizio del Novecento.
Studiò con maestri di primissimo livello, tra cui il celebre Raffaele Grassi. Era un’epoca in cui la danza era ancora un’arte di pochi, lontana dai riflettori mediatici, ma coltivata con un’intensità quasi sacrale.
Placida, sorella minore, seguirà lo stesso cammino, con uno spirito più riservato ma ugualmente determinato. Negli anni ’30, le due sorelle iniziarono un percorso comune che le porterà a dirigere la Scuola dell’Opera di Roma dal 1937 al 1957.
Sotto la loro guida, la scuola non era solo un luogo di apprendimento tecnico, ma un vero e proprio laboratorio di formazione artistica e personale.
Il rigore era assoluto, la disciplina ferrea, ma mai priva di umanità. Si lavorava ore su un plié, su un equilibrio, su un braccio non abbastanza “parlante”.
Le sorelle Battaggi non cercavano solo esecutori perfetti, ma interpreti completi. Il loro insegnamento era quasi filosofico: la danza come linguaggio dell’anima, come esercizio di verità.
Non a caso, molti dei loro allievi sono diventati a loro volta insegnanti, direttori artistici, formatori, portando avanti un modo di concepire l’arte che aveva radici profondissime.
Nonostante la loro immensa influenza, Teresa e Placida non cercarono mai il palcoscenico per sé stesse. Non pubblicarono manuali, non rincorsero la notorietà, eppure chiunque abbia attraversato la loro scuola porta impressa quella firma invisibile.
Una “mano” che si riconosce nella cura del dettaglio, nell’amore per il repertorio classico, nella ricerca dell’armonia tra gesto e musica.
Teresa Battaggi fu anche coreografa, firmando balletti per opere liriche e teatri italiani ed europei. Fu invitata a lavorare all’estero, tra cui Chicago, portando con sé quel marchio distintivo della scuola italiana, elegante e misurata.
Forse la lezione più preziosa lasciata dalle sorelle Battaggi è questa: l’arte richiede tempo, silenzio, profondità.
In un’epoca dove la danza spesso si consuma in un reel da trenta secondi, il loro insegnamento resta un invito a tornare alle radici. A danzare non per apparire, ma per dire qualcosa. Per essere.
Michele Olivieri
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